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Enigma: il codice di Alan Turing tra genio e pregiudizio

Alan Turing tra genio e ostracismo: la decifrazione dei messaggi della macchina Enigma e il processo che mette a nudo i pregiudizi dell'Inghilterra degli anni cinquanta

Dettagli evento

Spettacolo "Enigma"

una scena dello spettacolo "Enigma"

Enigma di Hugh Whitemore — Prima nazionale

Peppino Mazzotta è il protagonista di Enigma di Hugh Whitemore, che debutta in prima nazionale sabato 8 novembre alle 19:00 al Teatro Biondo di Palermo, nella traduzione di Antonia Brancati e con la regia di Giovanni Anfuso.

Scene di Alessandro Chiti, costumi di Dora Argento, luci di Antonio Rinaldi, musiche di Paolo Daniele, intervento al violino di Leo Gadaleta.

Repliche

  • Fino al 16 novembreTeatro Biondo (Palermo)
  • 18 novembreRegina Margherita (Caltanissetta)
  • 20–23 novembreVittorio Emanuele (Messina)
  • 7–11 gennaioMorlacchi (Perugia)
  • 15–18 gennaioDante Alighieri (Ravenna)
  • 20–25 gennaioTeatro Menotti (Milano)
  • 30 gennaio – 1 febbraioComunale (Siracusa)

Prodotto dal Teatro Biondo insieme al Teatro Vittorio Emanuele di Messina e Tieffe Teatro di Milano, lo spettacolo è una drammatica e commovente commedia che Whitemore scrisse nel 1986 basandosi sul libro Alan Turing, The Enigma di Andrew Hodges, da cui fu tratto il film The Imitation Game.

Sinossi

Al centro della vicenda è la storia del grande, e fino a qualche tempo fa semi-sconosciuto, scienziato Alan Turing, che ha decrittato i messaggi prodotti dalla macchina Enigma utilizzata dai sommergibilisti tedeschi per le loro comunicazioni in tempo di guerra. Qualche anno dopo la guerra, Turing, suo malgrado, smaschera un altro codice, quello dell’ipocrita e perbenista società inglese del tempo, che lo processa nel 1952 per la sua omosessualità. Il suo ingegno, tuttavia, non è sufficiente a salvarlo dai pregiudizi e dalla giustizia inglese.

Il testo di Whitemore non è solo un ritratto biografico, perché attraverso la storia esemplare di Turing si articola una riflessione approfondita e controversa sulla società e sugli stereotipi che ancora oggi si insinuano nei comportamenti di tutti i giorni. Ambientata nel cuore del Novecento, la vicenda è collocata dal regista Giovanni Anfuso in uno spazio della memoria, quasi un territorio metafisico, dove il rigore scientifico convive con la fragilità dell’umano.

La storia prende il via con l’interrogatorio che Turing subisce da parte dell’ufficiale Ron Miller per aver denunciato un furto. Tramite domande sibilline, l’ufficiale mette in difficoltà il matematico, che in realtà era stato derubato dal suo compagno, ma, essendo l’omosessualità non tollerata dal governo inglese di quegli anni, non vuole rivelare tutta la verità. Da questo interrogatorio hanno origine diversi flashback della vita di Turing: la sua passione per la matematica fin dalla giovinezza, il periodo a Bletchley al tempo della Seconda guerra mondiale, il lavoro finalizzato a decrittare i messaggi codificati dell’esercito tedesco con la macchina Enigma.