L'iniziativa
Un terebinto in piazza: il Walking3 che fa rivivere Gibellina con organizzatori internazionali
voci femminili e "guerriglia urbana" tattica per immaginare la città nel futuro

Da alcuni giorni, al centro della grande Piazza 15 Gennaio 1968 di Gibellina, svetta la chioma di un terebinto innestata in un “Walking3”, una panchina mobile con al cuore una pianta.
Un gesto semplice e incisivo, nato da un percorso partecipativo avviato ad agosto con un sondaggio online sui bisogni e le aspettative dei cittadini per il futuro del Comune.
Nello scorso fine settimana, la città ha ospitato una vera e propria “guerriglia urbana”: un intervento di PlaceMaking tattico che ha richiamato professionisti, ricercatori e attivisti da tutta Europa.
Promosso dal Bosch Alumni Network e dalla Fondazione Robert Bosch di Stoccarda, l’appuntamento ha trasformato Gibellina in un laboratorio di immaginazione civica, offrendo alla comunità locale l’occasione di sperimentare nuove forme di convivenza e di uso del suolo pubblico.
Il Walking3, prototipo di “Verde Conviviale”, è stato costruito collettivamente sotto la guida dell’architetto Ivan Iosca, co-direttore dal 2016 al 2024 del festival “Luci e Suoni d’Artista”, che da anni illumina Ruvo di Puglia (Bari) con opere partecipate.
Realizzato in legno e materiali naturali, il manufatto apre un percorso di riappropriazione degli spazi urbani, ripensandoli come luoghi di incontro, sosta e riflessione.
Attorno alla struttura si sono alternati laboratori di land art, simulazioni ambientali e momenti di ascolto.
Bambini, giovani e adulti hanno formulato proposte concrete: la riapertura della piscina provinciale, laboratori di politica, “corsi per imparare a gestire i beni di tutti”, lezioni per riconoscere le fake news, fino al ritorno del “Cinema sotto le stelle”.
Tra le iniziative più significative, la presentazione del podcast pilota “Female Face of Gibellina” della giornalista bosniaca Lidija Pisker, che ha raccolto le voci delle donne gibellinesi in una camminata narrativa attraverso i luoghi simbolici della città nuova.
Un racconto corale che restituisce dignità e profondità alla memoria femminile di Gibellina, in dialogo con il progetto “Female Face of Zenica” realizzato in Bosnia nel dopoguerra.
Nel corso delle attività, il sindaco di Gibellina, Salvatore Sutera, ha incontrato gli organizzatori, esprimendo gratitudine per un percorso condiviso e centrato sulle esigenze reali del territorio e dei suoi abitanti.
A coordinare i lavori, un team di esperti italiani e internazionali del Bosch Alumni Network, tra cui Giuseppe De Simone, gibellinese e co-coordinatore per l’Italia, che ha commentato: “Gibellina, come sempre, dimostra maturità, apertura e visione. Torneremo, se possibile, per implementare alcune delle idee nate dal confronto con i miei concittadini. Il Walking3 è solo un inizio: è un invito a pensare la città come spazio vivo, da abitare, da spostare, da coltivare.”
All’evento ha preso parte anche il regista romano Emanuele Svezia che, a quasi vent’anni dall’uscita del docu-film “Earthquake ’68 – Gente di Gibellina”, ha riaffermato il profondo legame tra arte, memoria e territorio.