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il fatto

Royalties per Argo-Cassiopea in stallo: Gela minaccia lo stop alle autorizzazioni

Verifiche sulla collocazione oltre le dodici miglia congelano i pagamenti, i sindaci sul piede di guerra

Maria Concetta Goldini

15 Novembre 2025, 13:09

14:37

Argo Cassiopea

Royalties Eni Argo-Cassiopea: stallo e ultimatum dei Comuni

La vicenda delle royalties dovute ai Comuni di Gela, Licata e Butera per l’attività estrattiva del gas dai giacimenti offshore di Eni “Argo-Cassiopea” si è trasformata in un stallo burocratico che i Comuni non accettano, e Terenziano Di Stefano, sindaco di Gela, città in dissesto finanziario, minaccia di bloccare le autorizzazioni rilasciate dal Comune a Eni.

Nonostante il processo produttivo del gas sia avviato da un anno nelle aree marittime di pertinenza e le quote di ripartizione fossero state definite, un incontro all’assessorato regionale all’energia ha improvvisamente rimesso tutto in discussione. Le percentuali di riparto, stabilite sulla base della quota complessiva spettante alla Regione Siciliana, prevedevano: 43,50% ciascuno per Gela e Licata e 13% per Butera. Cifre che rappresentano un introito vitale per le casse comunali (fino a 15 milioni l’anno da dividere tra i tre Comuni), ma che restano ora solo una prospettiva.

Il nodo del contendere, sollevato dai dirigenti palermitani, è la collocazione esatta dei giacimenti rispetto al limite delle dodici miglia marine dalla costa. Per i tecnici regionali, la verifica di questa soglia è un prerequisito inderogabile. Di conseguenza, le somme già stanziate da Eni — in attesa di essere erogate ai Comuni — sono state nuovamente congelate in un apposito capitolo di salvaguardia, e il blocco potrebbe protrarsi per almeno i prossimi tre anni.

Questa posizione è stata riproposta durante il tavolo convocato dall’assessore all’energia Francesco Colianni, con i sindaci Terenziano Di Stefano (Gela), Angelo Balsamo (Licata) e Giovanni Zuccalà (Butera). La decisione segna un passo indietro rispetto a quanto stabilito in precedenza dal governo regionale: in passato, a seguito di interlocuzioni con i sindaci, l’allora assessore all’energia Di Mauro aveva di fatto superato la questione, portando i Comuni a rinunciare ai ricorsi al TAR in cambio di un accordo sul versamento delle spettanze.

Di fronte al rinnovato stallo e al congelamento delle somme, i sindaci hanno espresso fermo disappunto. L’assessore Colianni si è impegnato a chiedere una verifica urgente in sede ministeriale per sbloccare la situazione. Tuttavia, il sindaco di Gela, Terenziano Di Stefano, ha espresso con forza la sua indignazione per il ritardo: il progetto di estrazione del gas Eni è a pieno regime, il prodotto è già convogliato nella rete nazionale, ma ai Comuni non spetta nulla.

Di Stefano ha ribadito l’illegittimità del passo indietro regionale, insistendo sul fatto che le verifiche possano e debbano essere condotte contestualmente al versamento delle quote dovute per l’attività in mare. Ha lanciato un ultimatum: “Io farò un ultimo tentativo con l’assessore, la prossima settimana, poi prenderò provvedimenti. Quello che sta accadendo non è accettabile”. La prospettiva di una soluzione negativa lo porterebbe a bloccare tutte le autorizzazioni rilasciate dal Comune di Gela per il progetto Argo-Cassiopea, interrompendo o paralizzando l’attività estrattiva.

Il Partito Democratico locale ha espresso piena condivisione e apprezzamento per la posizione del Sindaco, sostenendo che, in presenza di autorizzazioni già rilasciate a seguito di accertamenti comunali, non si comprende l’esigenza di ulteriori verifiche che mettano in discussione il diritto alle royalties. L’appello è chiaro: la burocrazia non può ritardare indefinitamente ciò che spetta per legge ai territori, e le somme dovute devono essere versate immediatamente, anche in attesa di eventuali accertamenti suppletivi.

Quelli delle attività di Argo e Cassiopea non sono gli unici introiti che al Comune di Gela vengono dalle attività estrattive di Eni nel territorio. A Gela arrivano royalties ogni anno da altre concessioni. Il loro impiego ha portato guai giudiziari ai sindaci che si sono alternati dal 2015 a oggi e alla burocrazia comunale: tutti finiti sotto inchiesta per un uso scorretto delle royalties, usate per coprire i buchi del bilancio comunale e non per progetti di riqualificazione e tutela ambientale come prevede la legge. Per far fronte al dissesto comunale, il governo Schifani l’anno scorso ha dovuto concedere una deroga al Comune sull’uso di quelle somme.

Gli ultimi incassi dalle royalties risalgono all’estate e si riferiscono a una somma totale pari a 6.679.751,06 euro, versata da Eni al Comune per il 2024 rispetto alla concessione “Gela Agip Giaurone”, la principale per le attività estrattive nel territorio. Una somma quasi dimezzata: nel 2023, per le attività condotte nel 2022, arrivarono 12.180.061,81 euro. Dunque la soglia di produzione è stata notevolmente abbassata. Restano però i nuovi giacimenti Argo e Cassiopea, i cui proventi sono congelati.