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Il caso

Bambini con il bazooka in mano al "Villaggio dell'Esercito" a Palermo: scoppia la polemica, presentato esposto

Appello al Comune a non patrocinare eventi che "normalizzano la guerra". Le parole del Pd

Luigi Ansaloni

10 Ottobre 2025, 19:30

Villaggio dell'esercito

Polemiche per le armi "maneggiate" dai bambini al Villaggio dell'Esercito

Bambini con il bazooka in mano, e scoppia (di nuovo) la polemica per il Villaggio dell’Esercito a Palermo. La consigliera comunale del Partito Democratico, Mariangela Di Gangi, interviene sulla manifestazione ospitata a Palermo dal 2 al 5 ottobre con il patrocinio del Comune, dopo l’esposto presentato all’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza dalla Comunità Palestinese “Voci nel Silenzio”, con il supporto della Rete palermitana solidale con la Palestina.

«Apprendo che la Comunità Palestinese “Voci nel Silenzio”, con il sostegno della Rete palermitana solidale con la Palestina, ha trasmesso all’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza un esposto riguardante la partecipazione di minori all’iniziativa denominata “Villaggio dell’Esercito”, svoltasi a Palermo dal 2 al 5 ottobre e patrocinata dal Comune», afferma Di Gangi. La consigliera dice di condividere «la preoccupazione espressa nell’esposto: è una questione innanzitutto educativa, ma anche giuridica».

E aggiunge: «Le immagini che ritraggono bambini e adolescenti accanto a mezzi bellici o addirittura ad imbracciare armi militari pongono un problema di coerenza con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia, che impegnano le istituzioni a promuovere nei più giovani la cultura della pace, della libertà e della tolleranza e a proteggerli da ogni forma di coinvolgimento, diretto o indiretto, in contesti militari».

Di Gangi richiama inoltre il ruolo dell’ente locale: «Ricordiamo che il Comune di Palermo ha patrocinato l’iniziativa e il patrocinio non è un gesto neutro: è un atto politico, che implica la condivisione di valori e finalità educative». Da qui la richiesta all’amministrazione: «Chiedo che l’Amministrazione comunale prenda una posizione e, in futuro, adotti maggiore attenzione, evitando di sostenere eventi che trasmettano messaggi in contrasto con i principi costituzionali e con la tutela dei diritti dei bambini e delle bambine. Educare alla pace, infatti, non è un’opinione: è un dovere sicuramente morale, ma anche giuridico».