Cronaca
Acate, colpisce l'ex genero alla testa con uno sgabello, denunciato 65enne
Sono le conseguenze di una lite familiare cominciata in strada e proseguita nell'atrio di un condominio

Sono intervenuti i carabinieri di Acate
Qualche giorno fa i militari della Stazione Carabinieri di Acate, supportati dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vittoria, sono intervenuti con urgenza in un’abitazione del centro del Ragusano per sedare una lite familiare sfociata nel ferimento di due persone e nella denuncia in stato di libertà di un uomo.
L’allarme era partito dal 112, chiamato da una donna che temeva per la propria incolumità, e dalle segnalazioni dei vicini, testimoni di una vicenda iniziata in strada e proseguita nell’atrio di un edificio alla periferia di Acate.
All’origine dello scontro, la contrapposizione tra una 35enne del posto e l’ex convivente, un 31enne catanese. I due, dopo alcuni anni trascorsi insieme nel Nord Italia, si erano separati ed erano rientrati in Sicilia. Tra i motivi di attrito, i dissidi legati alla situazione del figlio minore della coppia, temporaneamente affidato alla madre.
La discussione è degenerata l’altra sera, a tarda ora, quando il 31enne, accompagnato dalla madre, si è presentato presso l’abitazione dei genitori della donna, dove lei si era da poco trasferita in seguito alla crisi con l’ex compagno.
Dopo aver insistito per vedere il bambino, il giovane è entrato nel condominio. Dalle parole si è passati rapidamente ai fatti e, attorno alla mezzanotte, il padre 65enne della donna, vedendo l’ex genero nell’atrio salire le scale, nel tentativo di “respingere” l’intrusione e difendere la figlia, lo ha colpito alla testa con uno sgabello.
L’intervento tempestivo dei Carabinieri è risultato decisivo: i contendenti sono stati separati e immobilizzati, scongiurando conseguenze più gravi.
Madre e figlio hanno riportato lesioni poi medicate al pronto soccorso dell’ospedale “Guzzardi” di Vittoria, dove sono stati condotti in ambulanza.
Il 65enne è stato deferito in stato di libertà all’Autorità giudiziaria per “lesioni personali aggravate”.
Come previsto dalle procedure, i militari hanno inoltre disposto il sequestro cautelare delle armi da fuoco regolarmente detenute dall’uomo.