La Cattedrale di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, questa mattina era affollata per l’ultimo saluto a Maria Cristina Gallo, docente 56enne che aveva denunciato il ritardo nella consegna del suo esame istologico, arrivato otto mesi dopo la biopsia.
Ad accogliere il feretro c’erano i ragazzi diversamente abili del laboratorio creativo dell’Unitalsi, dove nell’ultimo anno la professoressa aveva svolto attività di volontariato.
In prima fila sedevano il marito, Giorgio Tranchida, i due figli, la madre Rosa Maria Mauro, il fratello Santi e la sorella Brigida. Presenti anche i sindaci di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, e di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione.
«Maria Cristina ha vissuto la sua vita spargendo semi, col desiderio che diventassero alberi. Ha sparso semi di speranza, di vita, di cura. E questo l’ha fatto in tutti i campi, dalla famiglia al sociale». Così il vescovo, monsignor Angelo Giurdanella, all’inizio delle esequie celebrate in Cattedrale.
«Anche la sua denuncia non nasceva per un protagonismo, per una vendetta, ma semplicemente perché ha voluto coniugare giustizia e amore, dove l’uno non può esserci senza l’altro. E la denuncia ha provocato un sussulto di coscienza, ha sconfitto l’indifferenza, la cultura della rassegnazione che diventa complicità. Lei ha amato la giustizia, la verità», ha detto.
In cattedrale anche tanti ex compagni di studi della professoressa Gallo. Giuseppe Lentini è arrivato da Roma, Beppe Monterosso, invece, da Milano. Avevano frequentato insieme la Terza B del liceo classico di Mazara dell’1987.
«Ci siamo sempre tenuti in contatto tramite un gruppo WhatsApp - rivela Giuseppe Lentini - ritrovandoci, quando potevamo essendo alcuni lontani dalla Sicilia, nei momenti belli ma anche in quelli critici. Oggi non potevano non essere qui, a salutare per l’ultima volta la nostra compagna Maria Cristina».
«Sono tanti i ricordi che mi vengono in mente - racconta Piera Mannino - Maria Cristina riusciva a tenere tutti insieme, anche in momenti difficili, come quando 10 anni fa morì una nostra compagna e lei, col sorriso, è riuscito a lenire il nostro dolore».
Vita Siragusa è stata compagna ma, soprattutto, amica da 50 anni di Maria Cristina Gallo: «abbiamo iniziato il nostro percorso alle scuole elementari - racconta - eravamo bambine e insieme allo studio abbiamo condiviso anche il gioco». «L'ultimo messaggio che ci siamo scambiati su WhatsApp - ricorda - è stato il 20 settembre, lei che stava male chiedeva a me del mio stato di salute. Pur nella sofferenza era sempre vigile, attenta e dispensatrice di affetto e amore».