Ucciso a Palermo: la sorella ricostruisce la tragedia. Si infittisce il mistero sulla versione rilasciata dal reo confesso
Sofia Taormina ricostruisce l'aggressione: «gli ha puntato la pistola e lo ha ucciso»; versioni contrastanti sul movente. Intanto il Comune mette a disposizione il PalaOreto per la camera ardente.

Paolo Taormina
Sofia Taormina, sorella di Paolo, il 21enne ucciso sabato notte a Palermo, ha ricostruito così i momenti della tragedia: «Lo conoscevamo di vista, uno con cento collane d’oro al collo e la barba lunga non passa inosservato. Ha puntato la pistola alla tempia di mio fratello e lo ha ucciso senza motivo. Io l’ho inseguito, lui ha tirato una bottiglia contro mia cognata Desirée, la fidanzata di Paolo. Io, inseguendolo, ho cercato di tirargliene un’altra. Poi da lontano lui ha puntato la pistola anche contro di me e sono scappata verso il locale». La versione della giovane contrasta con quanto dichiarato dal reo confesso, Gaetano Maranzano, il quale sostiene di aver perso la calma dopo aver visto alcuni messaggi che la vittima avrebbe inviato alla sua compagna, con presunte avances. Restano numerosi i dubbi su quanto riferito da Maranzano ai pm. Intanto il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha disposto da domani la sospensione di tutte le attività al PalaOreto, in via Santa Maria di Gesù. L’impianto sarà destinato all’allestimento della camera ardente di Paolo Taormina, il giovane commerciante ucciso nella notte tra sabato e domenica. Il coordinamento dell’organizzazione sarà curato dall’Amministrazione comunale, tramite l’assessore allo Sport Alessandro Anello, in base alle tempistiche indicate dall’autorità giudiziaria.