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LA LETTERA

Due vittime, una città. La famiglia Naro ai genitori di Paolo Taormina: «A Palermo chi delinque resta impunito»

I parenti del giovane medico ucciso nel 2015 nella discoteca Goa inviano la solidarietà a quelli del giovane assassinato da un colpo di pistola nella notte fra sabato 11 e domenica 12 ottobre

Laura Mendola

14 Ottobre 2025, 10:48

10:53

Due vittime, una città, la famiglia Naro ai genitori di Paolo Taormina: «A Palermo chi delinque resta impunito»

Aldo Naro e Paolo Taormina

«Ventuno anni. Una vita spezzata e una famiglia distrutta dal dolore». La solidarietà ai familiari del giovane Paolo Taormina, ucciso a Palermo nella notte fra sabato 11 e domenica 12 ottobre, a Palermo, da un colpo di pistola, arriva dalla famiglia di un'altra vittima innocente del capoluogo: quella di Aldo Naro. Il giovane medico aveva 25 anni quando è stato ucciso nella discoteca Goa, il 14 febbraio 2015.

«Sicuramente - scrive la famiglia Naro - più forze dell’ordine potrebbero sedare tempestivamente i fatti nel momento in cui succedono. Ma i militari possono mai essere presenti in ogni luogo e in ogni dove? Non crediamo sia possibile. Purtroppo chi delinque in quella città sa di poter contare su una quasi totale impunità, che gli deriva dai precedenti fatti di sangue che, caratterizzati da lunghissimi e improduttivi iter processuali, si concludono con condanne irrisorie o assoluzioni». Per la morte di Naro, originario di San Cataldo (in provincia di Caltanissetta) c'è una condanna definitiva: a carico di un ragazzo, che all'epoca dei fatti aveva 17 anni, e che confessò di avere dato un calcio alla testa del giovane. Colpo che, alla prima autopsia, risultò fatale. 

Esiste un altro filone processuale, però, che riguarda invece due buttafuori "ufficiali" e uno abusivo della discoteca che, secondo la tesi sostenuta dai familiari, si sarebbero resi protagonisti di un brutale pestaggio ai danni del giovane. Che sarebbe morto a seguito delle botte, e non di quel singolo calcio di un 17enne. «Nessuno ha paura delle conseguenze. In quanto, di fatto, non ci sono conseguenze. Non ci sono pene, non c’è niente per coloro i quali agiscono in modo illegale».

«Cara famiglia Taormina - concludono i familiari di Naro - speriamo non sia così, ma preparatevi ad anni di processi per poi, come noi, essere gli unici che vogliono verità e giustizia, per arrivare a quasi 11 anni con un figlio e fratello ucciso barbaramente davanti agli occhi di tutti ma ancora nessuna condanna».