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L'omicidio

Paolo Taormina, la confessione di Gaetano Maranzano: "Mi ha sfidato e gli ho sparato, importunava mia moglie sui social"

Otto pagine di confessione: Maranzano, fermato per l'omicidio di Paolo Taormina, racconta la lite fuori dal pub, i messaggi con profili falsi alla moglie e di aver sparato dopo una colluttazione, partendo armato dallo Zen.

Luigi Ansaloni

14 Ottobre 2025, 21:52

La gelosia, la lite, la pistola: cosa sappiano dell''omicidio di Paolo Taormina e della confessione di Gaetano Maranzano

La confessione di Gaetano Maranzano

"Quattro mesi fa scriveva a mia moglie con profili falsi su TikTok e Instagram, poi ho saputo che era lui": così si apre la confessione, otto pagine, di Gaetano Maranzano, in cella da domenica per l’omicidio di Paolo Taormina, giovane gestore di un pub ucciso sabato notte davanti a decine di persone, all’ingresso del suo locale, a Palermo.

Interrogato dai pm domenica, poche ore dopo il fermo eseguito dai carabinieri grazie alle testimonianze e alle immagini di alcune videocamere, Maranzano ha ricostruito quanto accaduto. Ha riferito di essersi recato nel locale di Taormina insieme ad alcuni amici, di cui si è rifiutato di indicare i nomi.

"Siccome lui era in difetto con me — dice — mi guardava male e si agitava, nel suo cervello mi voleva sfidare". "Mi diceva che non si doveva fare casino. I ragazzi facevano casino e lui è venuto a prendere di petto me — racconta, riferendosi a una lite scoppiata fuori dal pub —. In più io avevo astio con lui per la cosa di mia moglie. Mi sfidava. Parlava verso di me, diceva 'qua non si deve fare vuccirià (confusione, ndr). Mi state siddiando (scocciando, ndr)'. Mi voleva mettere in cattiva luce davanti alle persone". "Visto che lui mi voleva far fare male figura — continua Maranzano — gli ho detto: 'non mi stuzzicare perché lo sai che ce l’ho con te'. Lui se n’è fregato e mi parlava in maniera agitata, mi ha rimproverato. Dopo pochi minuti di colluttazione gli ho sparato". L’indagato ha inoltre sostenuto di essere partito dal suo quartiere, lo Zen, armato di pistola per recarsi in centro. "È successo questa cosa che c’è stata confusione, ha preso ragazzi di mira. Poi si è voltato verso di me e si è messo a fare lo scemo, poi abbiamo litigato. Quindi non ci ho visto più e ho sparato", ha concluso, affermando di aver gettato il resto dei proiettili durante la fuga."