Da simbolo della lotta al racket a indagato: ecco tutti i dettagli del sequestro milionario
Agevolazioni con sconto in fattura per lavori non fatti o non terminati 15 condomini coinvolti. Di ricente erano stati minacciati lui e il deputato La Vardera

Giuseppe Piranio
In tre diverse occasioni aveva denunciato le richieste di pizzo, per questo, Giuseppe Piraino, imprenditore edile di 50 anni, era diventato un simbolo della lotta al racket. Adesso la procura di Palermo, guidata da Maurizio De Lucia, ha chiesto e ottenuto il sequestro della somma complessiva di 3 milioni 680 mila euro alla Mosina Costruzioni srl, la ditta di Piraino che risulta unico indagato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Avrebbe, infatti, secondo la ricostruzione dell’accusa, ottenuto benefici statali relativi al bonus facciate con sconto in fattura, illegittimamente. Piraino ha “manifestato una spiccata spregiudicatezza oltre che una pericolosa serialità” – ha scritto il gip Claudio E. Bencivenni – sottoscrivendo senza alcuno scrupolo un numero significativo di contratti di appalto con il solo e unico scopo di maturare un credito d’imposta milionario e quindi acquisire un vantaggio indebito.
Una vera e propria “prassi” di Piraino, che grazie allo “sconto in fattura” avrebbe ottenuto crediti d’imposta non spettanti. Un’inchiesta che è partita dalla denuncia della proprietaria di un immobile inserito all’interno di un condominio, nel settembre 2023. Le indagini hanno poi svelato i presunti illeciti su 15 condomini. Uno dei casi più significativi è il condominio di via Emanuele Basile. Qui la Mosina Costruzioni srl ha emesso fatture per un ammontare complessivo di oltre 1.102.000 euro. La comunicazione di inizio lavori risaliva al 15 dicembre 2021; ad aprile 2023 la società di Piraino chiedeva ai condomini 386 mila euro, che poi la stessa società avrebbe restituito una volta sbloccati i crediti, per aggirare il blocco dei crediti e fornire la liquidità necessaria all’ultimazione delle opere.
Una proposta che non è stata presa in considerazione dai condomini. Quindi Piraino ha rilanciato proponendo che pagassero ancora di più, 464 mila euro. I lavori si sono dunque bloccati.
Solo uno degli esempi che hanno portato oggi al maxisequestro. Lo scorso settembre Piraino e il deputato regionale di Controcorrente Ismaele La Vardera avevano denunciato di avere ricevuto minacce di morte via messaggio: “Tu e quel pezzo di merda di La Vardera dovete morire”, aveva raccontato il deputato. Due giorni fa, il prefetto di Palermo, Massimo Mariani, ha assegnato una scorta a La Vardera per le minacce subite per le sue denunce sulle infiltrazioni mafiose negli stabilimenti balneari di Mondello.