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Processo Mare Jonio al via domani a Ragusa. Mediterranea: «Assurda accusa contro il soccorso in mare»

Inizia domani il dibattimento contro sei attivisti dell'associazione Mediterranea che nel 2020 prestarono soccorso a 27 naufraghi che nei giorni precedenti erano stati salvati dalla portacontainer Maersk Etienne

Salvo Catalano

20 Ottobre 2025, 17:52

nave mare jonio

Inizia domani davanti al Tribunale di Ragusa il processo a sei attivisti della nave Mare Jonio, accusati di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina. I fatti contestati risalgono al settembre del 2020 quando l'imbarcazione usata per il soccorso in mare dall'associazione Mediterranea Saving Humans ha prestato soccorso, a largo di Malta, a 27 naufraghi che nei giorni precedenti erano stati salvati dalla portacontainer Maersk Etienne battente bandiera danese e ospitati a bordo. A distanza di tre mesi la compagnia armatoriale della nave, Maersk Tankers, ha effettuato una donazione di 125mila euro alla Mare Jonio. Da qui l'accusa contestata dalla Procura di Ragusa. L'avvocatura dello Stato e la rappresentanza del ministero dell'Interno si sono costituite parte civile. 

L’Etienne aveva recuperato queste persone in fuga dalla Libia, dove avevano sofferto inaudite violenze e abusi di ogni sorta, il 5 agosto mentre stavano affondando in acque internazionali. Le autorità maltesi, che pure avevano coordinato il soccorso, si rifiutarono di assegnare un porto sicuro per lo sbarco. E il governo danese non mosse un dito per risolvere la situazione. 

«L’11 settembre 2020 - interviene oggi con una nota l'associazione Mediterranea, ricostruendo la vicenda - dopo oltre un mese di appelli caduti nel vuoto da parte dell’equipaggio, delle agenzie delle Nazioni Unite, delle organizzazioni umanitarie di tutta Europa, la nostra Mare Jonio, che si trovava in missione SAR, ha risposto alla richiesta di assistenza della Etienne ed è intervenuta a bordo della petroliera con il team medico-sanitario. In quella circostanza abbiamo accertato una situazione insostenibile e incompatibile con un’ulteriore permanenza delle persone a bordo della Etienne, a causa di condizioni fisiche e psicologiche dei naufraghi in progressivo deterioramento». Per alcuni migranti, vista la gravità della situazione, viene disposta una evacuazione medica urgente. Due giorni dopo le autorità italiane hanno assegnato il porto di Pozzallo come luogo sicuro di sbarco. 

Gli imputati sono Pietro Marrone, comandante della Mare Jonio; Alessandro Metz legale rappresentante della Idra social shipping, società armatrice della nave; Giuseppe Caccia vicepresidente del cda della Idra e capo spedizione; Luca Casarini, dipendente della società; Agnese Colpani, medico; Fabrizio Gatti, soccorritore.

«A distanza di tre mesi dai fatti - continua Mediterranea - la compagnia armatoriale della nave, Maersk Tankers, ha fatto una trasparente donazione a favore del soccorso civile in mare. Tanto è stato utilizzato dalla Procura della Repubblica di Ragusa per accusare gli attivisti di Mediterranea di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” aggravato dall’infamante “scopo di lucro”, scatenando una vera e propria macchina del fango contro di noi».

L'associazione promette che il dibattimento che si apre domani «sarà l'occasione per ristabilire la piena verità e legittimità di quanto accaduto e trasformare una assurda accusa contro il soccorso in mare e la solidarietà, in un processo contro chi in mare fa invece morire donne, uomini e bambini in stragi come quella di Cutro o in omissioni di soccorso che provocano sofferenza e morte».