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Fondi Covid

"Incassata una retribuzione non dovuta", i finanzieri sequestrano 140 mila euro a Tuccio D'Urso

Contestati gli incentivi guadagnati nel periodo 2021-2022. La replica: "Tutto regolare"

Redazione Palermo

22 Ottobre 2025, 10:25

10:26

Tuccio D'Urso

Tuccio D'Urso

I finanzieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal gip su richiesta della Procura europea, con cui è stato disposto il sequestro di circa 140.000 euro, anche per equivalente, nei confronti di Tuccio D’Urso, all’epoca commissario Covid. Le indagini, condotte dal nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo, hanno riguardato la gestione dei fondi messi a disposizione dalla Banca europea per gli investimenti allo Stato italiano e legati al piano di potenziamento della rete ospedaliera per la Regione siciliana nello specifico contesto dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Secondo l’accusa, D’Urso, “in ragione del ruolo apicale rivestito all’epoca dei fatti (biennio 2021-2022), avrebbe proceduto all’autoliquidazione di incentivi non spettanti, giustificati come retribuzione accessoria del personale inquadrato nel piano di potenziamento, in assenza di qualsivoglia legittimazione normativa”.

La replica: "Tutto regolare"

"Per incarico del presidente Musumeci ho esercitato il ruolo di soggetto attuatore con tutte le responsabilità amministrative che ciò ha comportato in maniera perfettamente gratuita. (Analoghi ruoli sono remunerati 100.000 mila euro l’anno). Ho inoltre esercitato il ruolo di responsabile unico del procedimento percependo esattamente la medesima remunerazione che avrebbe avuto chiunque altro lo avesse fatto". Lo dichiara l'ingegnere Tuccio D'Urso. "Ho affermato sin dal primo momento - aggiunge - che l’ufficio Speciale, costituito con ordinanza del presidente della regione, non è fra quelli indicati dalla legge che esclude la remunerazione dei pensionati della pubblica amministrazione nell’esercizio del ruolo di responsabile unico del procedimento. Ovviamente ho piena fiducia della giustizia e aspetto con serenità l’evolversi del procedimento. Ribadisco che nessuna regione in Italia ha conseguito i risultati della regione siciliana che nel gennaio del 2022, ad appena un anno dalla promulgazione della norma, richiedeva l’80% del finanziamento statale ed aveva progettati e finanziati tutti gli interventi residui. La lievitazione dei costi - conclude - è esclusivamente dovuta all’enorme ritardo che si accumulato dal gennaio del 22 ad oggi, pari ad oltre il 60%".