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Il caso

Infezione all'occhio dopo l'intervento alla cataratta, quattro pazienti stanno meglio. La clinica privata: «Avviata un'indagine interna»

Le persone ricoverate al Cannizzaro non perderanno la vista, secondo quanto riferito da fonti interne. Stabili, e sotto terapia antibiotica, i cittadini al Policlinico

Laura Distefano

23 Ottobre 2025, 21:05

21:34

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Partiamo da una buona notizia. I quattro pazienti colpiti dall’infezione post intervento alla cataratta in un centro clinico privato catanese che sono ricoverati al Cannizzaro di Catania stanno meglio. Così riferiscono dall’azienda sanitaria: questo vuol dire che nessuno di loro perderà la vista, anche se è presto per sciogliere la prognosi. Sono stabili, invece, i sei ricoverati al Policlinico Rodolico San Marco che stanno continuando la terapia antibiotica. Pare, invece, che un sessantenne della provincia etnea abbia gravi complicanze alla vista dell’occhio infettato dall’enterococco fecale.

Intanto gli accertamenti del Nas sono stati avviati: l’indagine aperta dalla procura di Catania e coordinata dal procuratore aggiunto Agata Santonocito è davvero a uno stadio embrionale. L’ipotesi di reato è di lesioni gravissime. Serviranno alcuni giorni per raccogliere documenti all’ambulatorio chirurgico oculistico situato nel centro del capoluogo della città. E nemmeno troppo lontano dal Palazzo di Giustizia. Dalla struttura, intanto, hanno avviato una sorta di indagine interna per poter capire le cause del cluster infettivo.

«Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione - si legge in una nota - per i recenti casi segnalati in merito a interventi per la cataratta che hanno comportato complicazioni gravi. Il nostro primo pensiero va innanzitutto alle persone coinvolte. Abbiamo avviato una indagine interna per cercare di comprendere quanto accaduto, con l’obiettivo di ricostruire con rigore tutti i passaggi clinico-organizzativi e chiarire quanto avvenuto con la massima trasparenza e responsabilità. Tale verifica coinvolgerà il nostro team, i processi operativi, i prodotti e le attrezzature utilizzate, al fine di comprendere ogni aspetto che possa aver contribuito all’accaduto».

«Fermo restando il rispetto della riservatezza dei pazienti e delle normative vigenti, ci impegniamo a cooperare pienamente con le autorità sanitarie competenti e con eventuali organismi di vigilanza; informando pazienti e famiglie interessate in modo chiaro e tempestivo sugli esiti delle verifiche». E dopo il Codacons che ha annunciato immediati interventi anche il Centro per i diritti del cittadino - Codici Sicilia che ha già avviato una raccolta sistematica delle segnalazioni da parte dei cittadini coinvolti. 

L’obiettivo è costruire un quadro dettagliato dell'accaduto per supportare le azioni che verranno intraprese nelle sedi competenti. «È nostro dovere dare voce a queste persone e tutelarle. Non ci limiteremo alla denuncia mediatica: ma saremo al fianco delle vittime  affinché venga fatta piena luce su quanto accaduto», dichiara Manfredi Zammataro, segretario regionale del Centro per i diritti del cittadino - Codici Sicilia.