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il fatto

Gela, la reazione della Chiesa dopo l'accoltellamento del prete: «I soggetti fragili non hanno la giusta assistenza»

L'intervento del vicario foraneo don Petralia

Maria Concetta Goldini

24 Ottobre 2025, 06:00

Gela, la reazione della Chiesa dopo l'accoltellamento del prete: «I soggetti fragili non hanno la giusta assistenza»

Una città sempre più violenta. Neanche il tempo di diffondere la notizia dell’identificazione e dell’arresto dell’autore dell’accoltellamento del commerciante Rocco Smecca, e subito si è aperto un nuovo caso che ha creato sconforto.

L’accoltellamento di don Nunzio Samà, parroco della chiesa del Carmine, ha lasciato i gelesi attoniti. Mai a Gela si era verificato un episodio simile ai danni di un sacerdote anche se le parrocchie sono luoghi in cui si raccoglie la disperazione di tanta gente: chi è in gravi condizioni di indigenza e chiede aiuto per pagare le bollette e chi è in grave stato di depressione e ha bisogno anche solo di conforto. Soffrirebbe di disturbi psichici il giovane, dell’età presunta di 30anni, che ieri mattina, alla Chiesa del Carmine, dopo aver avvicinato il parroco don Samà, con il pretesto della confessione gli ha sferrato una coltellata all’addome.

Per fortuna la ferita è stata solo superficiale e don Samà è stato ricoverato in ospedale solo in via cautelativa. Era vigile e in buone condizioni quando, poco dopo l’accaduto, lo ha incontrato il neo vicario foraneo don Luigi Petralia. Il parroco di San Giacomo si è subito recato al Vittorio Emanuele ad accettarsi delle condizioni di don Samà e a fargli sentire la vicinanza e la solidarietà di tutto il clero.

«Per fortuna una ferita superficiale sferrata con un coltellino. Don Samà sta meglio e si riprenderà a breve - racconta don Luigi all’uscita dal reparto di Chirurgia dell’ospedale - ma l’episodio che lo ha visto vittima è gravissimo. L’aggressore non gli ha chiesto soldi. Don Samà non lo conosceva, non è un suo parrocchiano e prima di ieri lo aveva visto solo un’altra volta in chiesa. Sembra che si tratti di un giovane che soffre di disturbi mentali. Ma aspettiamo l’esito delle indagini per stabilirlo con certezza». Un aspetto per il vicario foraneo lo vuole sottolineare con l’esperienza di chi vive ogni giorno in “trincea”.

«Nelle chiese ne vengono tanti giovani con forti stati depressivi o con disturbi mentali più gravi legati a vari motivi dall’uso di droghe ad altro - dice il parroco - e bisogna accoglierli e confortarli. Una delle cose che emerge subito è la carenza di assistenza sanitaria adeguata per chi ha queste patologie. Andrebbero accolti, aiutati e curati. Invece a Gela avevano un reparto di psichiatria e non c’è più, anche il Centro di salute mentale che soffre di forti carenze di personale non può dare l’adeguata assistenza a migliaia di persone che ha in carico. Perciò un appello affinché si potenzino questi servizi voglio lanciarlo forte perché è una questione di umanità verso questi soggetti fragili e di sicurezza da parte del resto della popolazione. Spero che quanto accaduto a don Samà faccia riflettere».

Il parroco del Carmine vittima della grave aggressione è stato raggiunto dalla solidarietà e dalla vicinanza delle massime istituzioni locali e delle forze politiche che hanno tutte espresso parole di condanna verso ogni forma di violenza e preoccupazione per le emergenze sociali.