È stato inaugurato ieri, all’interno della villa comunale “Stefano Saetta”, il Giardino dei Giusti di Canicattì, un nuovo spazio della memoria.
Chi c'è
- Moshe Bejski, ideatore del Giardino dei Giusti
- Beato Rosario Angelo Livatino
- Giudice Antonino Saetta
- Pietro Ivano Nava, testimone di giustizia le cui dichiarazioni portarono all’arresto degli assassini del magistrato canicattinese
- Padre Gioacchino La Lomia
- Antonino Sciascia, scienziato, scopritore della fototerapia
- Maresciallo dei Carabinieri Calogero Vaccaro, originario di Naro, ucciso nella strage di Ciaculli del 1963
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Il progetto, ventunesimo del genere in Italia, è stato sostenuto dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vincenzo Corbo e da Claudia Vecchio, presidente dell’associazione “Casa Museo Giudice Livatino”.
La cerimonia si è tenuta nel giorno della memoria liturgica del beato Rosario Livatino, alla presenza di numerose autorità: Giuseppe Melisenda Giambertoni, presidente del Tribunale di Agrigento; il prefetto Salvatore Caccamo; l’arcivescovo Alessandro Damiano; Giuseppe Pendolino, alla guida del Libero Consorzio; il questore Tommaso Palumbo; e Gabriele Baron, comandante provinciale della Guardia di Finanza. Hanno inoltre preso parte rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, del clero e della società civile.
Numerosa la partecipazione di sindaci dell’hinterland e di studenti anche da Catania e Riesi. Ai giovani i relatori hanno rivolto un invito a scegliere percorsi di vita fondati su legalità e giustizia.
«Un momento importante per la nostra comunità e per la provincia. Abbiamo voluto rafforzare la nostra gratitudine a tutte quelle personalità che hanno dedicato la loro vita alla legalità ed allo Stato» — Sindaco di Canicattì.
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