Aci Catena
Mons. Raspanti al cimitero: «Non si può calpestare la dignità delle persone»
Il vescovo in visita al camposanto dopo il blitz dei Cc «La giustizia terrena farà il suo corso, quella divina è senza appello»
									Ferma condanna del vescovo della Diocesi di Acireale, mons. Antonino Raspanti, in visita al cimitero di Aci Catena, dopo i recenti fatti di cronaca che hanno turbato la comunità cattolica catenota, in seguito al blitz dei Carabinieri scattato durante la commemorazione dei Defunti. Indagine che ha evidenziato lo stato di degrado in cui versa il cimitero cittadino, con il sequestro di tre aree per gravi inadempienze igienico-sanitarie e strutturali.
Dallo scempio dell’Ossario, all’interno del quale erano accatastati resti ossei non identificabili, al deposito di bare, casse in zinco e corredi funebri sistemate in buste per la spazzatura, poggiati sulla nuda terra con conseguente grave impatto ambientale, alle due aree interrate del cappellone centrale con 80 salme, di cui è stata disposta dall’autorità giudiziaria l’interdizione per inagibilità dei locali, scatenando le proteste dei familiari all’indirizzo dell’amministrazione comunale. I tre siti sono stati sigillati e sequestrati. L’inchiesta è solo all’inizio e non si possono escludere ulteriori clamorosi sviluppi.
Il capo della diocesi acese, prima della celebrazione della messa a suffragio dei defunti, accompagnato dalla sindaca Margherita Ferro, dal presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Murabito, presente l’assessore ai Servizi cimiteriali, Andrea Licciardello, alcuni consiglieri comunali e il comandante dei carabinieri della locale Compagnia, Domenico Rana, ha benedetto il camposanto, recandosi in visita nell’ala nuova dove sono in corso i lavori di ampliamento e la costruzione di tombe, loculi e del tempio crematorio.
Il vescovo Raspanti, durante l’omelia, ha espresso ferma condanna per gli episodi di empietà e mancanza di rispetto verso i defunti, facendo proprie le parole di San Giovanni Paolo II: «In questo luogo, nell’attesa delle autorità, sono state compiute empietà, il contrario della pietas. È il peccato più grande - ha tuonato il presule dall’altare - non si può calpestare la dignità delle persone. La giustizia terrena farà il suo corso, ma quella divina è senza appello!». Richiamandosi al contesto locale, mons. Raspanti ha aggiunto: «Dobbiamo alzarci e dire con forza che ciò che è male non va bene. Non cerchiamo i riflettori, ma annunciamo la verità e la giustizia. Se gridiamo per l’aborto - conclude - dobbiamo gridare ancora di più quando si profana la dignità umana». Nessun commento ufficiale al momento da parte della sindaca Margherita Ferro, sull’inchiesta che ha scoperchiato una situazione di decadimento diffuso nel cimitero, in attesa di conoscere le decisioni della magistratura sul caso giudiziario che ha scosso dalle fondamenta le istituzioni cittadine.
Salvo Cutuli