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Il processo contro Corona per l'articolo su Meloni e Messina. L'autore: «Portato via di casa dalla polizia come un mafioso»
Va avanti il dibattimento che vede imputati Corona e il giornalista Arnaù, che oggi ha fatto dichiarazioni spontanee. Focus sulle foto incriminate. La premier ha fatto sapere che testimonierà
Tra dicembre 2025 e febbraio 2026 Giorgia Meloni testimonierà al processo contro Fabrizio Corona, nato dalla denuncia della stessa premier e del parlamentare catanese Manlio Messina. Al centro del dibattimento l'articolo pubblicato da Dillingernews.it il 20 ottobre 2023, dal titolo "E se il cuore di Giorgia Meloni fosse già occupato? Dalla Sicilia ci raccontato che...". Nel pezzo si parlava di un presunto rapporto affettivo tra Meloni e Messina. Sempre smentito dai due che hanno denunciato Corona. A processo anche il giornalista Luca Arnaù, in quel momento direttore responsabile del sito, oltre che firma dell'articolo incriminato.
Oggi a Milano si è tenuta una nuova udienza. E l'avvocato della presidente del Consiglio, Luca Libra, ha annunciato che l'1 dicembre Meloni comunicherà la data esatta in cui sarà disponibile a testimoniare da Palazzo Chigi. Oggi intanto sono stati sentiti nuovi teste dell'accusa, rappresentata dal pm Giovanni Tarzia. In particolare un ex collaboratore del sito e una tirocinante hanno raccontato la genesi dell'articolo. «Un pomeriggio Corona chiama a raccolta tutte le persone in redazione: vi è una telefonata con una persona dallo spiccato accento romano, con il quale parla di questa fantomatica foto che avrebbe ritratto Meloni con il fantomatico fidanzato. Dall'altra parte questa persona tende a sminuirla, dice "guarda che non c'è niente di vero". Ma lui si incaponisce e dice: "No, questo è il nuovo fidanzato della Meloni"». Secondo i due testimoni poi Corona «ha preteso la pubblicazione con una volgarità e una blasfemia incredibile».

Ampio spazio ha occupato il tema delle quattro foto a corredo dell'articolo, contestate dalla difesa di Messina e Meloni. Le immagini sono state prese dalle pagine social di Messina. Ma secondo la tesi del suo legale, l'avvocato Mattia Serpotta, almeno due sarebbero state manipolate in maniera da camuffare la realtà. Due foto sarebbero state solo tagliate per eliminare altre persone che apparivano in secondo piano. Ma in altre due - ed è su queste che si concentra l'attenzione dei legali - alcuni soggetti immortalati in primo piano, insieme a Meloni e Messina, sarebbero stati cancellati. L'avvocato Serpotta si è riservato di depositare una consulenza tecnica nelle prossime udienze.
Intanto oggi il giornalista Arnaù, allora direttore responsabile di Dillinger.it («un'avventura professionale durata 19 giorni», ha detto), ha voluto rendere dichiarazioni spontanee. «Era un pezzo di gossip scritto con cautela, con l'uso costante del condizionale, di domande e dubbi. Non attribuiva fatti certi, non formulava accuse e non usava parole che potessero offendere la reputazione di nessuno. Mi sono trovato la polizia alla porta alle 6 del mattino - ha aggiunto -, mi hanno portato via come un mafioso, e sequestrato il computer e il telefono. Tutto questo per un articolo di gossip. Sarebbe mai successo se la denuncia non fosse stata firmata da Giorgia Meloni?».