l'iniziativa
Un salotto per testimoniare: due stanze d'ascolto al tribunale di Palermo per donne vittime di violenza
Gli ambienti per accogliere in modo sicuro le persone che denunciano sono stati donati al palazzo di giustizia
Colori neutri ma caldi, divani morbidi, cuscini, plaid, tavolini in legno dalle forme arrotondate, riviste che raccontano giardini e paesaggi, luce naturale che filtra dalle finestre e il profumo intenso del caffè. Non un salotto di casa, ma due nuove stanze di ascolto protette inaugurate questa mattina all’interno del Palazzo di Giustizia di Palermo. Ambienti pensati per accogliere donne vittime di violenza di genere o domestica chiamate a testimoniare in tribunale, spesso in momenti di forte stress emotivo.
L’iniziativa, presentata nel giorno simbolico del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, porta la firma del Soroptimist Club di Palermo, guidato da Giovanna Scelfo, e del Tribunale di Palermo, presieduto da Piergiorgio Morosini. Le stanze sono state allestite in due sedi giudiziarie: il palazzo di piazza Vittorio Emanuele Orlando e quello di via Pagano.
Alla cerimonia erano presenti il Procuratore della Repubblica Maurizio De Lucia, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Palermo Dario Greco, il Presidente della Camera Penale Vincenzo Zummo, e il professore Gioacchino Lavanco, Direttore del Dipartimento di Scienze Psicologiche e Pedagogiche dell’Università di Palermo.
Presenti anche Massimiliano Miceli, vice presidente della Camera Penale “G. Bellavista”, con Giuseppe Seminara, Paola Rubino e Donatella Mangiapane, oltre alla Consulta femminile della Camera Penale con Rosa Maria Salemi, Miria Rizzo e Rosalia Zarcone.
“Il Tribunale di Palermo è uno dei primi in Italia ad allestire aree riservate per il sostegno psicologico delle vittime — ha sottolineato il presidente Morosini —. L’accordo che ha portato alla loro realizzazione si ispira alla Convenzione di Istanbul e mira a prevenire forme di vittimizzazione secondaria”. L’obiettivo, ha aggiunto, è evitare che l’ingresso in tribunale e l’attesa della testimonianza si trasformino in ulteriori momenti di trauma, o peggio in situazioni di contatto con l’imputato o persone a lui vicine. “È una misura di civiltà, frutto della collaborazione tra istituzioni e della sensibilità crescente verso i soggetti più fragili”.
L’allestimento è stato curato dalle socie del Soroptimist, con la supervisione della referente del progetto per il club palermitano, Annamaria Pepi. Le stanze sono state progettate per richiamare l’atmosfera rassicurante di un’abitazione: nessun simbolo istituzionale, niente stemmi o bandiere, ma oggetti semplici e familiari, pensati per facilitare la narrazione delle esperienze traumatiche.
“L’obiettivo era creare un luogo che non sembrasse un ufficio, ma uno spazio intimo e protetto — ha spiegato Giovanna Scelfo —. Siamo riconoscenti al Presidente Morosini per aver coinvolto il Soroptimist in un progetto così importante, che amplia la rete di tutela delle donne vittime di violenza. Questi spazi rappresentano un gesto concreto di solidarietà e vicinanza”. Le nuove stanze arrivano in un momento in cui la violenza di genere continua a rappresentare una delle emergenze sociali più gravi. Offrire un luogo protetto, in cui trovare la forza di raccontare la propria storia, è un tassello fondamentale del percorso di supporto. Un segnale forte proprio nel giorno che il mondo dedica alla lotta contro la violenza sulle donne.