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Blitz antimafia a Palermo, il summit segreto alla Noce: "Dieci milioni di discorsi"

L’incontro riservatissimo nel magazzino: i boss lasciano i cellulari in auto

Laura Distefano

12 Dicembre 2025, 06:06

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Il blitz della Noce

I vecchi codici e le antiche usanze sono ancora attuali nel mandamento della Noce, uno dei più potenti di Cosa nostra. Nonostante la mafia, come ha detto il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, attira sempre più giovani. Alcuni riti, davvero anacronistici, sembrano ancora resistere ai tempi dell’Intelligenza Artificiale. Come quello del bacio in bocca, simbolo di ostentazione di appartenenza mafiosa.

Nelle carte dei fermi degli esponenti delle famiglie mafiose incastonate nel mandamento della Noce - uno dei quattro provvedimenti eseguiti dalla squadra mobile e scattati mercoledì all’alba con 50 indagati - ci sono gli scatti degli incontri segreti dei boss di primo piano. Padrini e colonnelli si sono dati appuntamento il 29 maggio 2023 in via Muta per un summit riservatissimo. Gli investigatori all’ascolto delle intercettazioni hanno capito che era accaduto qualcosa in quella strada, quindi hanno deciso di estrapolare i filmati dagli impianti di videosorveglianza. E dall’analisi delle immagini è stata documentata una «riunione riservata» che è avvenuta rispettando «un rigido protocollo di sicurezza». Il primo a comparire alle dieci del mattino è stato Giuseppe Romagnolo, l’insospettabile ex commerciante di scarpe che si è fatto strada nel mandamento. Poco dopo sono arrivati, Fausto Seidita, considerato il nuovo capo della famiglia Cruillas Malaspina e anche reggente alla Noce, e Antonio Di Martino, allora reggente della famiglia di Altarello e deceduto a marzo di quest’anno. Sono stati preceduti di qualche minuto da Salvatore Feritore, delfino di Seidita nella gestione degli affari. Tutti hanno lasciato i «cellulari all’interno» di auto e moto. E poi si sono diretti verso un magazzino. La saracinesca è rimasta chiusa per oltre 30 minuti. Di cosa hanno parlato? Per gli investigatori sono stati trattati «argomenti di estrema delicatezza e importanza» e per tale ragione riservati ai soggetti appartenenti alle più alte sfere del mandamento mafioso. Di Martino, dopo qualche minuto, ha detto una frase che per la Dda conferma l’ipotesi investigativa: «Dieci milioni di discorsi... È dalle nove..».

Ieri intanto sono cominciati gli interrogatori di garanzia: gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.