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Comune

Delibera monca, tram a rischio e adesso è corsa contro il tempo

L’assessorato aveva “dimenticato” i vincoli urbanistici, polemica dell’opposizione. In ballo mezzo miliardo di euro per le nuove tratte

Salvatore Ferro

13 Dicembre 2025, 10:56

13:09

Palermo, danneggia pulsantiera del tram, arrestato

Un granello - «mero refuso», così lo chiama la richiesta di integrazione atterrata qualche ora fa in commissione - tra le rotaie di una delibera già sofferta, e il mezzo miliardo necessario per le nuove tratte del tram, rischiava, e formalmente rischia ancora, di andare a farsi benedire. Perduto.

Sulla proposta di delibera destinata a dare il via libera alle tratte D, E1, E2, F, G con i cinque parcheggi di interscambio (Foro Italico, Strasburgo, Mongibello, Galatea e Sferracavallo) è piombata una dimenticanza capace di ammazzare un toro, cioè il sistema tram: l’omissione riguarda la riapposizione dei vincoli urbanistici dopo la maxi variante approvata già dal consiglio. La grana riguarda non solo la E2 (stadio-Zen) e la F (stazione centrale-Giachery via Foro Italico e Cala), le uniche ad avere, unitamente a due dei parcheggi, Mongibello e Galatea, già copertura finanziaria: salterebbe l’intero appalto. La magagna, definita «mero refuso di stampa» a causa del quale «non è stato disposto il vincolo preordinato all’esproprio» è stata portata davanti alla seconda commissione (Urbanistica) perché approdi in consiglio. E a sala Martorana arriverà presto, almeno a dar retta alle intenzioni del presidente Giulio Tantillo, probabilmente già da lunedì. Per la precisione, la somma finita sull’orlo del burrone è 489 milioni di euro. La richiesta di correzione riporta alla ribalta la questione del rischio decadenza dell’ogv (obbligazione giuridicamente vincolante) che è il filo al quale è appeso l’intero budget multimilionario: «Necessita procedere con urgenza alla stipula del contratto d’appalto - si legge nell’atto dell’assessorato, firmato dal capo area Marco Ciralli e controsiglato dall’assessore all’Urbanistica Maurizio Carta - al fine di assumere l’obbligazione giuridicamente vincolante entro il 31/12/2025, nel rispetto dei termini inderogabili per l’utilizzo dalla fonte di finanziamento». Termine già «salvato» dalla proroga dal 2024 al 2025.

La faccenda era già stata sollevata in occasione dell’approvazione del Rendiconto, alla fine di settembre, dalla consigliera, componente della seconda commissione, Giulia Argiroffi, a proposito del rischio immediato di vedere perduti i soldi già spesi, cioè i 27 milioni di euro per la progettazione compressiva, comprendente dunque anche le tratte A, B e C, e per i nuovi mezzi.

La stessa consigliera di Oso, con il collega di gruppo Ugo Forello, ora esprime «sconcerto e indignazione per la appena arrivata proposta di correzione della variante votata pochi mesi fa. Definire "mero errore" una gravissima omissione, capace di mettere a rischio fino a 500 milioni di euro di risorse strategiche, è un tentativo inaccettabile di minimizzare una responsabilità di enorme portata dell’assessore. È sorprendente e profondamente deludente che un assessore con il suo profilo accademico, possa commettere una leggerezza così clamorosa e, soprattutto, ritenerla liquidabile come un semplice errore tecnico». Abbiamo cercato Maurizio Carta per una replica, ma senza successo.