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Processo “Town Hall”: Susinni assolto dalla corruzione

Su un’altra accusa è intervenuta la prescrizione. L'ex presidente del consiglio: «Si è concluso un lungo e doloroso calvario durato dodici anni»

Laura Distefano

22 Dicembre 2025, 23:03

Processo “Town Hall”: Susinni assolto dalla corruzione

Un processo lungo e complesso. Sono trascorsi dodici anni da quando è scattata l’operazione “Town Hall” che ha acceso i riflettori della giustizia nel piccolo centro jonico di Mascali. Una pericolosa connivenza fra politica, imprenditoria e mafia fu ipotizzata dall’indagine che portò anche all’emissione di diverse misure cautelari in carcere. Nelle indagini furono coinvolti Biagio Susinni, che a Mascali ha occupato il ruolo di presidente del consiglio comunale, e Filippo Monforte, all’epoca sindaco e ormai deceduto. Inoltre finì nella lista degli indagati (e poi imputato) anche Alfio Romeo, ritenuto il referente dei Laudani del territorio.

Il procedimento, troncone ordinario, è approdato davanti alla Terza sezione penale del Tribunale. La presidente del collegio, Consuelo Corrao, qualche giorno fa ha letto il dispositivo. I giudici hanno assolo Biagio Sussinni, Alfio Romeo e Angela Patrizia Nicodemo dall’accusa di corruzione con la formula “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”. Claudio Brischetto, invece, è stato assolto dalle accuse con la formula perché il fatto non sussiste. Infine, il collegio ha escluso da un’accusa mossa nei confronti di Susinni, Romeo e Alfio Luciano Massimino (nipote del compianto ex presidente del Calcio Catania) l’aggravante mafiosa e questo ha fatto scattare la sentenza di non luogo a procedere essendo il reato estinto per avvenuta prescrizione.

L’inchiesta provocò uno tsunami al comune di Mascali. Ci furono profonde fratture a livello politico e amministrativo. Per la procura di Catania l’intreccio tra politica, mafia e imprenditoria avrebbe avuto come obiettivo quello di trasformare terreni agricoli in aree edificabili al fine di favorire speculazioni immobiliari. Susinni sarebbe intervenuto sia sulla Regione che sul Comune di Piedimonte Etneo per sostenere la procedura per la realizzazione di un complesso alberghiero. E questo avrebbe in qualche modo agevolato gli interessi economici del clan Laudani.

Il difensore di Susinni, William Lattuca, ha espresso grande soddisfazione per l’esito del processo, «evidenziando come la sentenza contribuisca a ristabilire la verità e a restituire serenità alla comunità di Mascali, a lungo segnata dall’eco dell’inchiesta».

«Finalmente è stata resa giustizia», commenta Susinni in una nota. «Si è concluso - scrive ancora - un lungo e doloroso calvario per gli imputati, per le loro famiglie e per tutta la comunità mascalese, bersaglio di un autentico bombardamento mediatico. Il lungo ed estenuante percorso giudiziario ha visto il suo definitivo epilogo dinanzi alla terza sezione penale del tribunale di Catania. Le attese motivazioni della sentenza contribuiranno ulteriormente a ristabilire la verità storica, consentendo all’opinione pubblica di ripristinare la propria fiducia nelle Istituzioni dello Stato, messa a dura prova - conclude Susinni - dall’assurda vicenda, che ha visto all’opera la famigerata “macchina del fango”».