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L'evento

"Cultus" a Catania, proseguono con successo le repliche in prima siciliana dello spettacolo di Roberto Zappalà

L'appuntamento ha aperto la nuova stagione di Scenario Danza, incentrata sul tema della “gentilezza”

Redazione La Sicilia

11 Ottobre 2025, 19:31

"Cultus" a Catania, proseguono con successo le repliche in prima siciliana dello spettacolo di Roberto Zappalà

Un momento dell'evento

La danza come veicolo di una spiritualità laica, carnale. La centralità del corpo come luogo sacro ma vulnerabile, attraversato da emozioni, memorie, desideri. È questo lo spirito che anima “Cultus”, la creazione di Roberto Zappalà che è approdata finalmente con grande successo in Sicilia, laddove è stata concepita, ovvero nella sede di Scenario Pubblico, fondato e diretto artisticamente dal coreografo e regista catanese.

Lo spettacolo ha inaugurato il 4 ottobre la nuova stagione di Scenario Danza, che Zappalà ha costruito intorno al tema della “gentilezza”, intesa non come debolezza, ma come forza interiore, postura etica, spazio d’incontro. “Cultus” incarna pienamente questa visione: la parola stessa – dal latino, “coltivare”, “prendersi cura” – diventa la chiave di lettura di una coreografia che si interroga sul significato dell’empatia fiduciosa, dell’ascolto reciproco. In un mondo segnato da conflitti, urgenze e iperconnessione, questo lavoro si offre come spazio di resistenza poetica, dove la gentilezza del corpo è atto politico e gesto d’amore.

Dopo un’acclamata tournée internazionale che nelle scorse settimane ha toccato le città di Berlino, Praga e Danzica, la Compagnia Zappalà Danza è rientrata dunque in Italia, a Catania, con uno allestimento di grande respiro, realizzato nel 2023 e già applaudito in numerose città italiane e estere. Tre le rappresentazioni in programma ancora il 10, 11, 12 ottobre (venerdì e sabato ore 21.00, domenica ore 19.30).

Lo spettacolo nasce da un’idea di Roberto Zappalà, che firma coreografia, regia, ma anche set, luci e costumi, in dialogo con la drammaturgia di Nello Calabrò. La coreografia, con l’assistenza di Maud de la Purification e Fernando Roldán Ferrer, si avvale di una scenografia essenziale, in cui i costumi – realizzati da Majoca, con copricapi di Veronica Cornacchini – richiamano ritualità antiche e contemporanee. Sulla scena i danzatori Samuele Arisci, Loïc Ayme, Giulia Berretta in alternanza con Faile Sol Bakker, Corinne Cilia, Anna Forzutti, Silvia Rossi, Damiano Scavo, Alessandra Verona.

Zappalà ritorna qui prepotentemente alla sua danza ricca di contraddizioni creative, dai sapori carnali e delicati, musicali ma anche atonali, esplosivi ma anche poetici e intimi. A ispirare questa creazione - dopo un inizio che mette in risalto la cura del corpo con alcuni brani di musica popolare - sono le meravigliose atmosfere dell’opera “The Little Match Girl Passion” di David Lang composta nel 2007 e vincitrice del premio Pulitzer nel 2008; un grande impatto sonoro con atmosfere sacre originariamente ispirate alla fiaba della piccola fiammiferaia di Hans Christian Andersen, e che certamente hanno un riferimento nella “Passione secondo Matteo” di Johann Sebastian Bach. Nella nuova creazione non si fa cenno alla fiaba di Andersen, è la danza astratta ad essere protagonista assoluta. L’ispirazione arriva al coreografo indirettamente anche dal capolavoro di Bach e dalla passione come sofferenza estrema che Cristo e l’uomo, ogni uomo, ogni donna, (ogni piccola fiammiferaia), portano con sé.
“Cultus” trasfigura una drammaturgia in danza pura e propone al contempo un viaggio coreografico. Apre un prologo dove il verso shakespeariano è utilizzato come colonna sonora fonetica che accompagna l’esposizione dei singoli corpi. Si procede dunque, in un fluire coreografico incessante, nei quadri emozionali della felicità terrena – quella dell’incontro e della convivenza – e di quella estatica della resurrezione, passando prima dalla sofferenza delle “torture”. Un viaggio di varie tappe, itinerari in movimento dove i corpi dei danzatori attraversano e si immergono nei differenti stati dell’abbandono, della tenerezza, della gioia, dell’estasi. Della poesia.

La fisicità della danza, il suo trascendere il referenziale, fa navigare lo spettatore in un luogo “fluido” dove perdere la cognizione del tempo e contemporaneamente sentirsi partecipi di qualcosa di appassionante, in un’unica esperienza sensoriale. I corpi danzanti si abbandonano ad un movimento continuo, portando in scena le “passioni” dei singoli e delle moltitudini. Usando il “mezzo” che più si addice ad una elaborazione coreografica, il corpo umano, la creazione si inserisce così a pieno titolo nel progetto ‘Transiti Humanitatis’ che da molti anni caratterizza il cammino artistico di Roberto Zappalà. In questo percorso, “Cultus” non offre risposte, ma apre domande: sulla cura, sull’ascolto, sulla responsabilità di abitare il mondo con presenza, delicatezza. E gentilezza.

Lo spettacolo è una coproduzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza Centro di Rilevante Interesse Nazionale, Fondazione Luzzati/Teatro della Tosse (Genova), Fondazione Teatro Comunale di Modena in collaborazione con TPE Fondazione Teatro Piemonte Europa (Torino), Visavì Festival/Artisti Associati (Gorizia), Festival Armonie d’Arte (Catanzaro). Con il sostegno di MiC Ministero della Cultura e Regione Siciliana Assessorato del Turismo dello Sport e dello Spettacolo.