La Cultura non può spegnersi. Ballarò Buskers si farà
In una nota i motivi per cui gli organizzatori hanno deciso di andare avanti nonostante il lutto che ha afflitto la città

"La cultura non può spegnersi"
"In questo momento la nostra città sta attraversando giorni di dolore e paura. L’omicidio di un ragazzo di soli 21 anni ha sconvolto Palermo, che oggi si interroga, soffre, ha paura e rabbia". così esordiscono in una letteragli organizzatori del festival di artisti di strada.Una nota congiunta per spiegare perché il festival di artisti di strada non si ferma e animerà, nonostante tutto, le vie e le piazze di Ballarò nel fine settimana."Anche noi ci stringiamo intorno alla sua famiglia, agli amici e alle amiche, e a tutti coloro che si sentono abbandonati, feriti, disorientati - continuano - Di fronte a un evento così tragico, ci siamo chiesti a lungo se fosse il caso di annullare il Festival. Abbiamo riflettuto con serietà e rispetto, sul significato profondo di ciò che stiamo vivendo. Eppure, proprio in questo tempo doloroso, sentiamo che il nostro gesto collettivo di resistenza culturale è ancora più necessario.In questo momento la nostra città sta attraversando giorni di dolore e paura. L’omicidio di un ragazzo di soli 21 anni ha sconvolto Palermo, che oggi si interroga, soffre, ha paura e rabbia. Anche noi ci stringiamo intorno alla sua famiglia, agli amici e alle amiche, e a tutti coloro che si sentono abbandonati, feriti, disorientati. Di fronte a un evento così tragico, ci siamo chiesti a lungo se fosse il caso di annullare il Festival. Abbiamo riflettuto con serietà e rispetto, sul significato profondo di ciò che stiamo vivendo. Eppure, proprio in questo tempo doloroso, sentiamo che il nostro gesto collettivo di resistenza culturale è ancora più necessario.Non abbiamo mai nascosto i problemi del quartiere e della città. Abbiamo sempre detto che la musica, i colori e l’arte ci aiutano a parlare di tanti temi spinosi: dalla crisi del mercato storico agli spazi da riqualificare, dalle speculazioni edilizie alle dipendenze da sostanze. Quest’anno il tema è forse il più grande: la violenza che si è materializzata dalle strade del centro storico ai colli di Monreale, alle coste di Gaza. Questo sarà il centro dei nostri discorsi, ci faremo molte domande e proveremo a dare qualche risposta. Fermarsi sarebbe, in un certo senso, cedere alla paura. La violenza non può dettare l’agenda della nostra comunità.
È proprio in questi momenti che la cultura di strada deve restare accesa, come luce nel mezzo del dolore, come atto civile, come strumento per ridare senso allo stare insieme, a dare prospettive ai ragazzi e alle ragazze a cui vengono negati diritti basilari. Il Festival si farà, lo faremo insieme con consapevolezza, con rispetto. Sarà un’edizione segnata dalla memoria, dalla riflessione, dalla volontà di offrire ai ragazzi e alle ragazze uno spazio sicuro dove incontrarsi, raccontarsi, ascoltare e partecipare. Un tempo sospeso per pensare alla città che vogliamo e al ruolo che tuttə possiamo avere nel costruirla.
Ballarò sarà ancora una volta una piazza viva, che afferma che l’arte non è mera evasione, ma strumento potente di consapevolezza e riscatto. Il Ballarò Buskers andrà avanti, con il cuore pesante ma con la stessa volontà di sempre: quella di resistere attraverso la cultura, di trasformare lo spazio urbano in bene comune. Ci troverete nelle piazze, come ogni anno, in un quartiere che da sempre vive in bilico e in continua trasformazione.
Quest’anno ci saranno punti informativi su educazione all’affettività con giochi, materiali, libri, spazio di parola e confronto, in continuità con i percorsi svolti quotidianamente nei quartieri. Racconteremo questo momento con onestà, dai microfoni del nostro Festival sociale, dai palchi, dai corpi degli artisti e delle artiste, dal punto di vista dei ragazzi e delle ragazze, da Ballarò.
“La vera sicurezza sociale nasce dal prendersi cura, dal tessere relazioni, dal dare speranza. Palermo ama la vita, la pace e odia ogni forma di violenza. Palermo ha tutte le potenzialità per alzare la testa e tornare a respirare aria pulita di primavera.”Don Enzo e Maria Teresa di Casa Áncora.
Non abbiamo mai nascosto i problemi del quartiere e della città. Abbiamo sempre detto che la musica, i colori e l’arte ci aiutano a parlare di tanti temi spinosi: dalla crisi del mercato storico agli spazi da riqualificare, dalle speculazioni edilizie alle dipendenze da sostanze. Quest’anno il tema è forse il più grande: la violenza che si è materializzata dalle strade del centro storico ai colli di Monreale, alle coste di Gaza. Questo sarà il centro dei nostri discorsi, ci faremo molte domande e proveremo a dare qualche risposta. Fermarsi sarebbe, in un certo senso, cedere alla paura. La violenza non può dettare l’agenda della nostra comunità.
È proprio in questi momenti che la cultura di strada deve restare accesa, come luce nel mezzo del dolore, come atto civile, come strumento per ridare senso allo stare insieme, a dare prospettive ai ragazzi e alle ragazze a cui vengono negati diritti basilari. Il Festival si farà, lo faremo insieme con consapevolezza, con rispetto. Sarà un’edizione segnata dalla memoria, dalla riflessione, dalla volontà di offrire ai ragazzi e alle ragazze uno spazio sicuro dove incontrarsi, raccontarsi, ascoltare e partecipare. Un tempo sospeso per pensare alla città che vogliamo e al ruolo che tuttə possiamo avere nel costruirla.
Ballarò sarà ancora una volta una piazza viva, che afferma che l’arte non è mera evasione, ma strumento potente di consapevolezza e riscatto.
Il Ballarò Buskers andrà avanti, con il cuore pesante ma con la stessa volontà di sempre: quella di resistere attraverso la cultura, di trasformare lo spazio urbano in bene comune. Ci troverete nelle piazze, come ogni anno, in un quartiere che da sempre vive in bilico e in continua trasformazione.
Quest’anno ci saranno punti informativi su educazione all’affettività con giochi, materiali, libri, spazio di parola e confronto, in continuità con i percorsi svolti quotidianamente nei quartieri. Racconteremo questo momento con onestà, dai microfoni del nostro Festival sociale, dai palchi, dai corpi degli artisti e delle artiste, dal punto di vista dei ragazzi e delle ragazze, da Ballarò.
La vera sicurezza sociale nasce dal prendersi cura, dal tessere relazioni, dal dare speranza. Palermo ama la vita, la pace e odia ogni forma di violenza. Palermo ha tutte le potenzialità per alzare la testa e tornare a respirare aria pulita di primavera” .