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Patrimonio dell'Umanità

Sicilia un museo a cielo aperto: dalla Valle dei Templi all'Etna tuti i siti Unesco nell'Isola

Custodiscono templi antichi, necropoli preistoriche, capolavori barocchi, splendidi mosaici e paesaggi vulcanici

Redazione La Sicilia

31 Ottobre 2025, 16:12

16:14

Sicilia un museo a cielo aperto: dalla Valle dei Templi all'Etna tuti i siti Unesco nell'Isola

La Sicilia è un museo a cielo aperto. Ne è passata di gente da questa terra: in ordine sparso, ci sono stati fenici, bizantini, Borboni, normanni, arabi, piemontesi, romani, greci. La loro eredità non è solo riportata nei libri di storia, ma pure nei sette siti Patrimonio dell’umanità UNESCO presenti sull'isola, che valgono una visita.

Ne «La vita errante», Guy de Maupassant scrive che il colle della Valle dei Templi di Agrigento evoca in chi lo osserva i fantasmi del passato e gli dei dell’Olimpo. Ed è davvero così: visitarla significa immergersi in un paesaggio sospeso tra mito e storia. Un degno percorso in chiave archeologica, pur partendo da Agrigento, deve poi proseguire verso Oriente, fino a Siracusa e la vicina Necropoli di Pantalica. Qui, a dominare la visita è il mistero della preistoria: nel canyon creato dai fiumi Anapo e Calcinara ci sono oltre 5.000 tombe a grotticella scavate nelle pareti rocciose. Siracusa, invece, offre uno dei più straordinari palinsesti storici del Mediterraneo, testimoniando le diverse dominazioni e il continuo sviluppo della città nei secoli.

Sempre nell’area, è possibile poi conoscere l’itinerario delle città tardo-barocche del Val di Noto: Ragusa, Modica, Scicli, Noto, Caltagirone, Palazzolo Acreide, Militello Val di Catania e Catania. Si tratta di otto città accomunate dall’essere state ricostruite dopo il terremoto del 1693 e dichiarate Patrimonio dell’umanità per la loro straordinaria unità stilistica e l’interpretazione del Barocco europeo in chiave siciliana. Ciò non significa che visitarne una voglia dire averle viste tutte: in ciascuna c'è una peculiarità, un fascino tutto da scoprire.

Lo stesso vale per Piazza Armerina, dove si può trovare un’altra tessera della storia siciliana. Sono i mosaici della Villa Romana del Casale, una sontuosa dimora tardo-romana che custodisce oltre 3.500 metri quadrati di decorazioni pavimentali perfettamente conservate, un’enciclopedia figurata della vita e del potere nell’impero.

Ma in Sicilia certe opere d’arte narrano anche di leggenda. Pare che Ruggero II, re di Sicilia, per sfuggire a una tempesta mentre in mare, fece voto di erigere una chiesa dove sarebbe approdato. Giunto a Cefalù, mantenne la promessa: sarebbe nato così il maestoso Duomo, consacrato nel 1267. Un monumento che con le sue torri gemelle domina l’abitato, mentre il Cristo Pantocratore del mosaico absidale accoglie i visitatori di tutto il mondo in una visione mozzafiato.

Può essere questa una prima tappa alla scoperta dell’itinerario arabo-normanno della Sicilia riconosciuto dall’UNESCO nel 2015. Da Cefalù il viaggio prosegue verso Palermo, cuore di questo percorso, dalla Cappella Palatina nel Palazzo dei Normanni fino alla Zisa, passando per la Cattedrale della Santa Vergine Maria Assunta, la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, quelle della Martorana e di San Cataldo, oltre al Ponte dell’Ammiraglio. A pochi chilometri, sorge infine l’ultimo pezzo di percorso: il Duomo di Monreale, voluto da Guglielmo II il Buono nel XII secolo. Pure in questo caso c'è dietro una leggenda: il re si sarebbe addormentato sotto un carrubo mentre era a caccia e la Madonna gli sarebbe comparsa in sogno per avvertirlo della presenza di un tesoro. Ma forse è quel trionfo di mosaici dorati all’interno della chiesa di oggi, la vera ricchezza di Monreale.

Ma pure la natura può farsi arte. Lo sa bene chi vede l’Etna, che con le sue eruzioni, spettacolari e imprevedibili, ha modellato nei millenni il paesaggio dell’area. Anch’esso fa parte dei siti Patrimonio UNESCO, così come l’arcipelago delle Isole Eolie: Lipari, Vulcano, Salina, Stromboli, Panarea, Filicudi e Alicudi. Sono un museo geologico a cielo aperto, dove ogni isola racconta una vicenda diversa, dai crateri di Stromboli e Vulcano ai ricchi ciuffi di capperi.