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Dalla strada alla scrivania, le promozioni degli ausiliari di Amat

Le cause vinte consentiranno a una decina di ausiliari del traffico il passaggio a compiti d’ufficio Intanto, i contenziosi dell’azienda sono costati 280mila euro. Mistretta: «Le promozioni? Presto il regolamento»

11 Novembre 2025, 12:02

Dalla strada alla scrivania, le promozioni degli ausiliari di Amat

Dagli stalli alle stelle: addormentarsi da ausiliari del traffico e risvegliarsi nelle file degli impiegati, in Amat si può. Con sbocchi di carriera impensabili per gli altri addetti alle strisce blu. Mai più turnazioni, mai più al lavoro sabato e domenica, stipendio da 1.200 a 1.600 euro circa. A breve, alla fine dei primi giudizi e delle probabili transazioni, potranno essere almeno una decina gli ausiliari che faranno un salto anche triplo, dall’asfalto alla scrivania. Le promozioni nelle ultime settimane sono state due, l’ultima freschissima dall’ultimo cda, ma la fila è lunga. Altri due hanno cause in corso; sei, tolti dal controllo dei ticket delle strisce blu e incaricati di mansioni di ufficio, sono già alla porta. Per i due neo assunti, si è trattato di una causa sulla quale Amat non ha fatto ulteriore resistenza, e di una conciliazione giudiziale, coerentemente con quanto affermato dal presidente Giuseppe Mistretta pochi giorni fa in consiglio comunale: «La strategia sul contenzioso sono le conciliazioni giudiziali». Il passaggio avviene bypassando due livelli intermedi. La materia è calda da quando, nel 2016, su una sessantina di unità, una quindicina di ausiliari vennero destinati a mansioni come la distribuzione dei biglietti in ufficio, lo sportello Ztl, il rinnovo abbonamenti. I neopromossi vanno ad aggiungersi alla sessantina di promozioni senza concorso varate nel solo 2025 tra le varie categorie di impiegati, che diventano centinaia dalla cancellazione del regolamento in materia, alla fine del 2022, alla quale seguì, pochi giorni dopo, una sfilza di promozioni. Sul nuovo regolamento, Mistretta ha assicurato qualche giorno fa a La Sicilia - anche ieri abbiamo provato a contattarlo senza successo - «la rapida adozione».

Tradotto: impegno, fino al 10 ottobre, di almeno 280 mila euro per le sole spese di giudizio e le parcelle degli avvocati, esclusi i rimborsi per le spese legali alle controparti e gli aumenti. «Un buco nero», per la capogruppo M5s Concetta Amella, alla quale Mistretta ha di nuovo assicurato venerdì in consiglio, dove si dibatteva il consolidato, risposta all’interrogazione presentata il 9 ottobre. Anche secondo altre interrogazioni, cui si aggiunge una lettera inviata il 7 agosto dal capo area Partecipate Roberto Giacomo Pulizzi - la punta dell’iceberg del nodo contenziosi. Finora, conferma Amella, «la risposta non è arrivata. Una prassi oleata e consolidata, che può escludere i naturali aventi diritto agli incarichi. Una pratica discrezionale e opaca, che evidenzia una gestione discutibile e un aumento dei costi del personale, senza che a ciò corrisponda necessariamente una maggiore produttività, competenza o professionalità». Non l’unica interrogazione: si contano, prima, quella del capogruppo Dc Domenico Bonanno, protagonista l’anno scorso di un duro scontro con Mistretta, e poi di Giulia Argiroffi di Oso, che a ottobre ha denunciato lo stesso presidente alla procura per «tentata corruzione impropria” tramite la presunta profferta di nomine compensative.