Il caso
La maxi cartella Amap e i volontari "increduli", viaggio dentro la Missione di Biagio Conte
I frati laici che danno assistenza agli ultimi: "Se chiudiamo, chi si occuperà di loro?". Schifani e Lagalla: "Troveremo una soluzione"
«Se il Comune vuole gestire i poveri e i senzatetto che sono ospiti della Missione Speranza e carità, perché non si fa avanti?». Un appello che verrà raccolto in serata dal sindaco Roberto Lagalla, dopo l’intervento del presidente della Regione Renato Schifani.
I frati laici e i volontari che da più di vent’anni vivono e operano all’interno della onlus fondata da Biagio Conte sono ancora increduli, hanno appreso dalla stampa di essere morosi per oltre 327 mila euro con Amap, la società che gestisce il servizio idrico. «Qualche settimana fa abbiamo ricevuto un atto di precetto – spiega il responsabile della comunicazione Giacomo Mirto – e abbiamo inviato ad Amap una raccomandata sperando di risolvere bonariamente la questione. C’è qualcosa che non quadra perché anche se la Missione ospita un migliaio di persone, questi consumi sono sproporzionati, deve esserci un problema di perdite». Nella raccomandata la Missione chiedeva l’invio dei tecnici per verificare eventuali guasti alle condutture, ma Amap ha avviato la procedura di pignoramento presso terzi nei confronti della onlus. L’acqua non è stata ancora tagliata ma il debito complessivo delle strutture della Missione, tra via Decollati, via Archirafi, via Garibaldi e villa Florio a San Lorenzo - tutti edifici concessi dal comune in comodato d’uso - supererebbe gli 830 mila euro. «Noi accogliamo chi dorme in strada, sfamiamo chi chiede un pasto, aiutiamo più di 200 famiglie in difficoltà – dice fratello Martino, che nella Missione è entrato da ospite nel 2004 ed è rimasto come volontario al fianco di Biagio Conte – non è giusto che ci tassino così. Se ci toccherà chiudere i cancelli, chi si occuperà di questi poveri?». Oltre ai circa 600 ospiti dei vari centri distribuiti sul territorio comunale, la Missione mette a disposizione una mensa e dei servizi igienici anche per chi vive in strada. «Noi offriamo un servizio, non lo facciamo per interesse – dice fratello Martino – è assurdo che ci chiedano queste cifre come se guadagnassimo dall’accoglienza agli ultimi». Nel pomeriggio è arrivata una nota del presidente della regione Renato Schifani che riconosce la Missione Speranza e Carità come “un presidio essenziale di solidarietà per centinaia di persone in difficoltà". «La Regione – scrive il governatore - verificherà con attenzione, e nel più breve tempo possibile, quali ulteriori interventi siano attuabili per sostenere la Missione in questa fase così delicata, contribuendo a coprire i debiti della struttura e riconoscendone il ruolo insostituibile nel tessuto sociale della città». Schifani ha annunciato così l’avvio di un tavolo di lavoro operativo che veda coinvolti Regione, Prefettura, Comune di Palermo e Curia. In serata sono arrivate anche le rassicurazioni del sindaco Lagalla: «C’è da parte dell’Amministrazione comunale - ha detto - la piena disponibilità a intervenire, nei limiti di quanto possibile e legittimo, affinché non si verifichino interruzioni nell’erogazione dell’acqua ai locali della Missione, evitando così conseguenze che colpirebbero le persone più fragili e bisognose».