Il caso
Una stella di David sul cofano e gomma dell'auto squarciata: l'intimidazione a una sindacalista
A Fiumicino secondo atto intimidatorio in due settimane

Le immagini sono eloquenti: una ruota squarciata e una stella di David incisa sulla carrozzeria del cofano dell’autovettura. «Stanotte sotto casa mia, ho subito l’ennesimo atto intimidatorio. Stesse modalità, stesso taglio netto di un coltello da cucina anni ’80. Come se bastasse rigare una carrozzeria o un pneumatico per fermare una battaglia collettiva. E, per darsi un alibi ideologico, l’autore arriva perfino a usare simboli di lotte che non c’entrano nulla con questa vigliaccheria, piegandoli a una guerra personale e malata». A scriverlo sulla propria pagina Facebook è Emanuela Isopo, sindacalista dell’Unione Inquilini.
«Parlo non solo da cittadina e madre – prosegue Isopo – ma da membro della Segreteria nazionale dell’Unione Inquilini. Questo non è un gesto isolato né casuale: è un attacco che arriva in un territorio dove ci battiamo quotidianamente contro l’uso illecito del patrimonio pubblico, contro chi lucra sull’emergenza abitativa, contro le reti di microdelinquenza che prosperano nel vuoto lasciato dalle istituzioni. Quando tocchi interessi opachi, qualcuno si sente autorizzato a colpire nell’ombra».
Come scritto dalla stessa sindacalista, non è quindi il primo episodio: le gomme dell’auto erano state squarciate anche lo scorso 29 settembre sotto la sua abitazione. Il nuovo episodio sarebbe avvenuto nella notte tra sabato 11 e domenica 12 ottobre sempre sotto la sua casa nel centro cittadino. «Ma a pesare più del coltello è il silenzio. L’omertà – prosegue Isopo – della politica locale è assordante: nessuna presa di posizione, nessuna parola pubblica da parte di chi amministra questo territorio. Eppure qui vivo, qui crescono i miei due figli, qui opero quotidianamente come sindacalista. Il messaggio che passa è chiaro: se colpiscono una donna, una dirigente, una militante della casa, va tutto bene finché nessuno ne parla».
«La violenza non è mai solo nel gesto. È nell’indifferenza. È nell’inerzia di uno Stato che dovrebbe intervenire dove patrimonio pubblico viene abbandonato, occupato illegalmente o usato per clientele e affari, e invece lascia campo libero a chi usa l’intimidazione come arma. Quando le istituzioni tacciono, diventano corresponsabili. Questo non è un fatto privato e non riguarda solo me. È un attacco alla libertà sindacale, all’impegno sociale, al diritto di ogni persona di vivere senza paura».