LA VICENDA
Caso “Pandoro Pink Christmas”, verso l’accordo: 500 euro a “nonna Adriana”. Ma il processo a Milano va avanti
La 76enne che si era costituita parte civile pronta a ritirarsi dopo un risarcimento simbolico. Sul banco degli imputati resta l’influencer-imprenditrice e altri manager: il 4 novembre nuova udienza predibattimentale
Una mano che stringe lo scontrino come fosse una prova, l’altra che accarezza la scatola rosa rimasta vuota. È l’immagine con cui gli avvocati di “nonna Adriana”, 76 anni, hanno raccontato la sua scelta di comprare il Pandoro “Pink Christmas” convinta di “fare del bene”. Oggi, a quasi tre anni da quelle feste, per quella signora campana – che a settembre 2025 si è presentata in Tribunale a Milano per costituirsi parte civile – si profila un epilogo pragmatico: un accordo economico di circa 500 euro e la revoca dell’istanza. Un gesto che placa un contenzioso individuale ma non sfiora il cuore del procedimento penale a carico di Chiara Ferragni e di altri imputati per presunta truffa aggravata legata alle campagne solidali collegate al dolce natalizio Balocco e alle uova di Pasqua. La partita giudiziaria, insomma, resta aperta.
Chi è “nonna Adriana”
Secondo quanto riferito dagli avvocati Giulia Cenciarelli e Mario Di Salvia, la donna – devota cattolica – aveva acquistato alcuni pandori griffati confidando che una quota del prezzo maggiorato sarebbe stata destinata a un ospedale pediatrico. Solo nell’aprile 2025 avrebbe realizzato, seguendo le cronache sui social e sui media, che la beneficenza non dipendeva dalle vendite e ha deciso di costituirsi parte civile. Ora, con l’intesa per circa 500 euro, la pensionata si prepara a ritirare la domanda alla prossima udienza. È un risarcimento “riparatorio”, non una transazione che chiude l’intero caso. La revoca – se formalizzata – evita un ulteriore strascico civile in capo alla signora, ma lascia intatto il fascicolo principale della Procura di Milano.
Il calendario in Tribunale
Il fascicolo milanese procede con il rito della “citazione diretta a giudizio”. La prima udienza predibattimentale si è svolta il 23 settembre 2025, davanti al giudice Ilio Mannucci Pacini, e ha registrato tre richieste di costituzione di parte civile: due associazioni di consumatori e la stessa “nonna Adriana”. Il giudice ha aggiornato l’esame delle domande al 4 novembre 2025, data nella quale la 76enne – se l’accordo verrà perfezionato – dovrebbe formalizzare la revoca. Rimane invece da decidere sull’ammissione delle due associazioni in qualità di parti civili.
Chi è imputato e per quali fatti
Al centro del processo c’è l’ipotesi di truffa aggravata in relazione a due campagne promozionali presentate come legate a finalità solidali: il Pandoro Balocco “Pink Christmas” del Natale 2022 e le uova di Pasqua a marchio Dolci Preziosi per le edizioni 2021 e 2022, abbinate alla onlus I Bambini delle Fate. Gli inquirenti contestano che i messaggi pubblicitari avrebbero indotto i consumatori a credere che, comprando quei prodotti a un prezzo superiore al mercato, contribuissero direttamente a una donazione. In aula, oltre a Chiara Ferragni, figurano tra gli imputati l’ex braccio destro Fabio Maria Damato e il presidente del CdA di Cerealitalia-ID (gruppo di Dolci Preziosi), Francesco Cannillo. Nei confronti dell’amministratrice delegata di Balocco, Alessandra Balocco, è stata pronunciata sentenza di “non luogo a procedere” per decesso, sopraggiunto nell’agosto 2025. Ferragni respinge ogni addebito.
Perché l’Antitrust aveva già colpito: sanzioni e motivazioni
Alle radici del procedimento penale ci sono gli esiti dell’istruttoria dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM): il 15 dicembre 2023 l’Antitrust ha inflitto sanzioni per oltre 1 milione di euro alle società legate a Chiara Ferragni (Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l.) e 420 mila euro a Balocco, ritenendo ingannevole far credere che l’acquisto del pandoro “rosa” contribuisse alla donazione per l’Ospedale Regina Margherita di Torino. L’AGCM ha specificato che la donazione – 50 mila euro – era stata effettuata da Balocco mesi prima della campagna e non era collegata ai volumi di vendita, mentre le società riconducibili all’influencer avevano incassato oltre 1 milione di euro per licenza del marchio e contenuti pubblicitari. Uno squilibrio comunicativo, secondo l’Autorità, capace di limitare la libertà di scelta dei consumatori facendo leva sulla sensibilità verso le iniziative benefiche.
La svolta del 2024
Dopo una prima fase in cui la difesa di Ferragni aveva preannunciato battaglia anche in sede amministrativa, il 4 luglio 2024 è arrivata la mossa a sorpresa: rinuncia al ricorso dinanzi al TAR del Lazio e disponibilità a pagare le sanzioni irrogate dall’AGCM in relazione al Pandoro Pink Christmas. Una scelta, letta dagli osservatori anche come un modo per sgombrare il campo rispetto a ulteriori rischi sanzionatori amministrativi connessi al “filone” delle uova di Pasqua, e per chiudere almeno quel capitolo davanti all’Autorità.
La donazione da 1 milione all’ospedale
Parallelamente, nel dicembre 2023 Chiara Ferragni aveva annunciato una donazione da 1 milione di euro all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, come gesto riparatorio e impegno di “separare in futuro attività commerciali e iniziative solidali”. La struttura torinese ha confermato l’accredito nella settimana precedente al Natale 2023, con l’importo destinato a investimenti tecnologici per diagnosi e cura dei piccoli pazienti. Un passaggio che non incide sul profilo penale (dove si accerta il fatto-reato), ma fotografa l’impatto pubblico e reputazionale della vicenda.
Il contesto processuale: le accuse, le pene edittali, i possibili esiti
L’ipotesi di truffa aggravata (art. 640 c.p.) prevede, in caso di condanna, la reclusione da uno a cinque anni e multa; la forbice effettiva dipende da gravità dei fatti, entità del danno, condotte riparatorie, eventuali attenuanti o aggravanti specifiche. La “citazione diretta” evita l’udienza preliminare e porta il fascicolo subito davanti al giudice del dibattimento, che in questa fase esamina prime costituzioni e questioni preliminari. La tempistica? Difficile fare previsioni: il 23 settembre 2025 si è celebrata la prima udienza tecnica; il 4 novembre 2025 si discuterà sulle parti civili; poi, se ammesse, si aprirà il calendario per testi e prove. Come insegnano procedimenti analoghi, la durata può variare in base al numero dei testimoni e alle richieste istruttorie.
Le versioni in campo: le difese e le accuse
- La linea del pubblico ministero milanese – in continuità con gli esiti AGCM – contesta un meccanismo comunicativo ritenuto idoneo a far percepire alla platea che l’acquisto fosse di per sé un atto di solidarietà attivo, spingendo a pagare un prezzo superiore per partecipare alla causa.
- La difesa di Chiara Ferragni ha definito l’accusa “ingiusta”, rivendicando di “non aver truffato nessuno” e richiamando la separazione tra il profilo penale e la gestione amministrativa chiusa con il pagamento delle multe.
- Gli avvocati di “nonna Adriana” hanno spiegato il senso della costituzione: “ottenere riparazione per una beneficenza non andata a buon fine”. Un concetto che ha guidato la trattativa verso i 500 euro e la rinuncia alla causa civile della signora, lasciando al giudice il resto.
La posizione delle aziende coinvolte e il dopo “Pandoro-gate”
Sul versante aziendale, il caso ha avuto conseguenze pesanti. La scomparsa di Alessandra Balocco nell’agosto 2025 ha segnato un passaggio doloroso per lo storico gruppo piemontese, che negli anni aveva difeso la propria buona fede e la correttezza delle pratiche commerciali. La sua morte ha comportato il “non luogo a procedere” per la sua posizione nel processo, mentre l’azienda ha proseguito la propria attività sotto la guida del Cda. Sul fronte Ferragni, il pagamento delle sanzioni e la donazione hanno accompagnato una riflessione pubblica: “separare attività commerciali e solidarietà” per evitare nuovi equivoci.