LA POLEMICA
L'Università di Bologna nega un corso per militari, l'ira di Meloni e l'intervento della ministra Bernini: «Si farà»
L’iniziativa punta a promuovere il «pensiero laterale» e ad arricchire la preparazione dei graduati con competenze umanistiche
Si accende la polemica agli Stati Generali della Ripartenza, a Bologna, sul rapporto tra mondo accademico e Forze Armate. Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Carmine Masiello, ha accusato l’Università di Bologna di aver respinto l’attivazione di un corso di laurea in Filosofia destinato a un gruppo selezionato di allievi ufficiali dell’Accademia Militare di Modena.
Dura la reazione del governo: la ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha definito la scelta «discutibile», mentre il titolare della Difesa, Guido Crosetto, ha attaccato i docenti che avrebbero negato un percorso formativo «ai militari che li difendono». Masiello ha spiegato che il progetto mirava a «offrire nuove prospettive culturali e superare gli stereotipi», coinvolgendo 10-15 giovani ufficiali dell’Esercito.
L’iniziativa, ha aggiunto, puntava a promuovere il «pensiero laterale» e ad arricchire la preparazione dei graduati con competenze umanistiche. «Ho chiesto all’Università di Bologna di avviare un corso di laurea. Non hanno voluto», ha dichiarato il generale, precisando che l’ateneo avrebbe opposto un diniego «per timore di militarizzare la facoltà: è una cosa che mi ha molto deluso».
Durissima la presa di posizione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: «Ritengo che la decisione assunta dal Dipartimento di Filosofia dell’Università di Bologna di negare l’attivazione di un percorso di studi per i giovani ufficiali dell’Esercito Italiano sia un atto incomprensibile e gravemente sbagliato». Per la premier non si tratta «solo di una scelta inaccettabile, ma di un gesto lesivo dei doveri costituzionali che fondano l’autonomia dell’Università».
E ancora: «L’Ateneo, in quanto centro di pluralismo e confronto, ha il dovere di accogliere e valorizzare ogni percorso di elevazione culturale, restando totalmente estraneo a pregiudizi ideologici. Questo rifiuto implica una messa in discussione del ruolo stesso delle Forze Armate, presidio fondamentale della difesa e della sicurezza della Repubblica, come previsto dalla Costituzione».
Meloni ha inoltre sottolineato che «arricchire la formazione degli ufficiali con competenze umanistiche è un fattore strategico», perché «avere personale formato anche in discipline umanistiche garantisce quella profondità di analisi, di visione e di pensiero laterale essenziale per affrontare le sfide» affidate alle Forze Armate. «Ribadisco personalmente e a nome del Governo il pieno e incondizionato sostegno all’Esercito e alle Forze Armate e condanno fermamente ogni tentativo di isolare, delegittimare o frapporre barriere ideologiche a un dialogo istituzionale così fondamentale per l’interesse nazionale», ha concluso.
Intervenendo a Modena, la ministra Bernini ha assicurato che l’iniziativa andrà avanti: «Sono qui a Modena proprio per garantire che il corso si farà. Polemica chiusa? Per quanto mi riguarda sì, l’importante è che il corso si faccia. Mi faccio garante della realizzazione del corso, come ha detto giustamente la presidente Meloni, e in questo mi sento di rappresentare tutto il governo».
Più tardi, a Bologna, ha ribadito: «Non esiste un’autonomia universitaria che possa trasformarsi in un muro o in una corazza. L’autonomia universitaria è libertà. Tanti rettori mi hanno chiamato dando disponibilità, ma non vedo perché l’Università di Bologna, nata nel 1088, Alma Mater Studiorum di tutti noi, l’università più antica del mondo, dovrebbe impedire un atto formativo importante come quello della creazione di un corso scientifico e umanistico per i difensori del nostro domani».
Quanto ai rapporti con l’Ateneo, Bernini ha assicurato: «Il rettore Molari? Ottimo rapporto, mi ha detto che la sua intenzione è quella di continuare ad avere con l’Accademia di Modena gli ottimi rapporti che ha sempre avuto».