Pubblicità sul caso Mondello: "Schifani e Lagalla non vedono, non sentono, non parlano". Scattano querele
Oggi sul Giornale di Sicilia è apparsa una pubblicità con i volti del presidente Schifani e del sindaco di Palermo Lagalla e la frase: "Basta omertà istituzionale, liberiamo Mondello e la Sicilia"

Oggi a pagina 12 del Giornale di Sicilia è apparsa una pubblicità con i volti del presidente della Regione Renato Schifani e del sindaco di Palermo Roberto Lagalla e la frase: "Sulla vicenda Mondello loro due non vedono, non sentono e non parlano. Basta omertà istituzionale, liberiamo Mondello e la Sicilia". Di seguito l'annuncio di una manifestazione che si svolgerà domani pomeriggio, venerdì 3 ottobre, a Palermo, organizzata dal deputato Ismaele La Vardera. Oggi la Regione siciliana annuncia che Schifani querelerà la testata e il committente della pubblicità. Stessa cosa farà Lagalla. Ad avere commissionato l'inserzione è stato il partito Azione di Carlo Calenda.
"In merito alla pubblicità apparsa oggi a pagina 12 del Giornale di Sicilia - annuncia la Regione siciliana in una nota - in cui il presidente della Regione e il sindaco di Palermo vengono accusati di "omertà istituzionale" sulla vicenda di Mondello con frasi offensive e allusive e accompagnati da foto in bianco e nero dei due, il presidente Schifani annuncia di aver conferito mandato ai propri legali di fiducia per querelare per diffamazione a mezzo stampa il direttore responsabile della testata e il committente della pubblicità".
Oggetto della pubblicità è la vicenda legata ai lidi della società Italo Belga di Mondello, al centro di una battaglia del deputato di Controcorrente La Vardera, prima per la presenza di tornelli e staccionate non autorizzate e rimosse a seguito dell'intervento della Regione. Negli ultimi giorni la storia è tornata di attualità per la denuncia della presenza tra i dipendenti della società di soggetti imparentati con condannati per mafia.
Secondo Schifani, "l'uso di espressioni come "non vedono, non sentono, non parlano", richiamando simbolicamente le "tre scimmiette", costituisce un messaggio denigratorio basato su allusioni volgari e infondate e adombra un atteggiamento omertoso. Non è critica né satira, ma un tentativo di offendere persone e istituzioni con slogan populistici, privi di argomentazioni. Questo linguaggio banalizza problemi seri, diffama e inquina il dibattito pubblico, offendendo chi serve la comunità". Schifani ribadisce la sua determinazione "a difendere l'onorabilità delle istituzioni e la propria persona da attacchi falsi e diffamatori, che minano il confronto democratico e possono alimentare pericoloso odio sociale".
Anche il sindaco Lagalla "ha formalmente conferito incarico al proprio avvocato affinché agisca legalmente nei confronti di chiunque utilizzi l'immagine del sindaco in modo lesivo, strumentale o allusivo, sottolineando la totale estraneità del Comune di Palermo rispetto alla gestione della vicenda urbanistica e demaniale in questione. Ogni tentativo di coinvolgere l'Amministrazione comunale in polemiche fondate su presupposti infondati e deformati sarà perseguito in tutte le sedi competenti".
I rapporti tra Schifani e Calenda sono tesissimi. A settembre i due hanno avuto uno scontro alla kermesse nazionale di Forza Italia a San Benedetto del Tronto, dove il leader di Azione era stato invitato dal segretario Tajani. Calenda, incrociando Schifani sotto al palco, gli avrebbe rimproverato le ultime nomine di sottogoverno. Schifani ha dichiarato di essere stato offeso, lui e tutta la Sicilia, e ha lasciato l'evento.