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la storia

Dal carcere per omicidio alla laurea con lode a 70 anni

Il percorso di un uomo detenuto all'Ucciardone con una tesi sulle nuove guerre

09 Ottobre 2025, 08:25

08:31

Detenuto si laurea a 70 anni

Si è laureato con il massimo dei voti e la lode mentre un mezzo della polizia penitenziaria lo aspettava fuori dal dipartimento Culture e Società di viale delle Scienze per riportarlo all’Ucciardone. F.G. è il secondo detenuto a conseguire il diploma di laurea triennale grazie al progetto del Polo universitario penitenziario dell’Università degli Studi di Palermo, con una tesi dal titolo “La guerra, le nuove guerre...e la Pace?”.

«Voglio continuare a studiare perché in passato non ne ho avuto l’occasione né il tempo – dice il neolaureato - Oggi che sto vivendo in questo limbo, ho chiesto di avere un’opportunità che mi è stata concessa».

A seguire la discussione della tesi nell’aula magna dell’edificio 15 c’erano parenti, amici, colleghi e accademici.

«Manca solo mio figlio – si rammarica l’uomo – perché lavora al nord Italia e non è riuscito a prendere giorni di ferie».

Nonostante non sia più un ragazzino, F.G. ha deciso di intraprendere il corso di studi in carcere spinto dalla curiosità: «Mi è sempre piaciuto conoscere e sapere – dice - la curiosità è di tutti quelli che vogliono migliorare».

Il traguardo della laurea triennale in “Studi Globali, Storia, Politiche, Culture” è arrivato alla fine di un percorso di studi impegnativo e tuttavia portato avanti con grande determinazione, con una tesi redatta sotto la supervisione del professor Tommaso Baris sul ritorno dei conflitti armati, sull’evoluzione della guerra nel mondo contemporaneo e sull’urgenza della pace attraverso il diritto internazionale.

«Ho analizzato le guerre perché voglio parlare di pace – spiega F.G.
- È un argomento più grande di me perché man mano che sviluppavo l'elaborato mi rendevo conto di quanto sia attuale. Parlare di guerra non fa bene, dobbiamo insistere a parlare di pace».

Anche il rettore dell’Università degli Studi di Palermo Massimo Midiri ha assistito alla proclamazione. «Questo nuovo risultato – ha dichiarato – non è solo un traguardo personale per lo studente, ma un segnale concreto della forza trasformativa della cultura. Il percorso universitario di F.G. testimonia l’impegno dell’Ateneo nel dare piena attuazione all’articolo 27 della nostra Costituzione, secondo cui la pena deve tendere alla rieducazione del condannato. Attraverso l’accesso allo studio, possiamo restituire dignità, creare opportunità e aprire strade nuove anche a chi sta scontando una condanna».

I Poli universitari penitenziari in Sicilia sono stati avviati nel 2021 grazie all’accordo quadro con la Regione Siciliana, in collaborazione con gli atenei di Catania e Messina, il Garante regionale, il Provveditorato e l’Assessorato regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale. Oggi a Palermo sono circa quaranta gli iscritti al polo penitenziario, distribuiti fra i due istituti di pena cittadini. Proprio un anno fa si era laureato in Architettura il primo studente, N.C., detenuto al Pagliarelli.

«Tutte le attività che possono contribuire al reinserimento sono benvenute – dice Antonino De Lisi, garante regionale dei detenuti - La funzione è duplice: non è solo un traguardo personale per chi beneficia di questo prezioso risultato ma anche uno stimolo per gli altri detenuti. Tutti possono contribuire alla società attraverso un percorso di reinserimento, non necessariamente con una laurea ma anche con obiettivi minori come corsi di formazione professionale e avviamento al lavoro, secondo le capacità e gli interessi di ciascuno».

Adesso F.G., che ha passato gli ultimi anni a prendersi cura della biblioteca dell’Ucciardone, mira alla laurea specialistica in Studi storici, filosofici e antropologici. »In carcere ci sono molte persone che hanno commesso degli errori e che nonostante tutto sono persone degnissime», conclude.