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Le partecipate

Nomine, dubbi e polemiche: Amap e Rap, i dossier caldi in Comune

Tensione sulle partecipate: l'azienda che gestisce il servizio idrico nel Palermitano è restia a sottoporsi al controllo analogo, cosa richiesta dall'assessora al Bilancio Brigida Alaimo

30 Settembre 2025, 11:06

30 Settembre 2025, 11:04

Nomine, dubbi e polemiche: Amap e Rap, i dossier caldi in Comune

Ci vorrà probabilmente un “arbitro” per comporre la diatriba annosa tra Amap, restia a sottoporsi al controllo analogo, e il Comune, convinto che come tutte le partecipate anche quella di via Volturno debba discutere e concordare spese e decisioni. L’idea è dell’assessorato al Bilancio, guidato da Brigida Alaimo, che ha richiesto un parere tecnico-giuridico alla segreteria comunale perché sia un’istituzione terza a dipanare la matassa imbrogliata ulteriormente dall’ultimo caso, le assunzioni bandite da Amap: 38 professionalità esperte più, in altra selezione, la figura di direttore generale.

Come se non bastasse, è proprio quest’ultima partita a registrare più di un mugugno in seno alla maggioranza. Il bando non convince molti nel centrodestra: a essere sottolineati sono i requisiti particolarmente stringenti, come quelli che richiedono una lunga esperienza in «società pubbliche o private di gestione del servizio idrico integrato o di gestione dei servizi pubblici locali aventi strutture organizzative complesse di medie-grandi dimensioni», con «almeno 250 dipendenti e un fatturato di almeno 50 milioni di euro». Questo, al netto della laurea magistrale e delle docenze qualificate. Insomma, prenderebbe corpo, a livello politico, uno scontro su un identikit che avrebbe l’aria di essere troppo preciso. Il profilo, insomma, sarebbe poco aperto al mercato.

Tornando alla querelle sul controllo analogo, Amap declina, per ora, l’invito-diktat da parte del Comune, e va avanti con il piano di assunzioni. Il Comune, da parte sua, non oppone un veto assoluto, nella consapevolezza che le rivendicazioni di “diversità” di Amap non siano infondate, detenuta com’è da altri enti locali pur con una stragrande maggioranza di quote in capo a Palazzo delle Aquile. Tuttavia, l’armonia finanziaria preme, e l’assessore Alaimo pensa a un “lodo” capace di mettere d’accordo tutti.

La stessa Alaimo interviene sul caso emerso ieri in consiglio comunale, a proposito del rinvio a giudizio di Rap e dei suoi vertici per presunti reati di negligenza legati agli incendi del 2023. Il consigliere del gruppo misto Carmelo Miceli ha sostenuto che «nella richiesta di processo la procura ha sottolineato la mancata costituzione in giudizio del legale, peraltro d’ufficio, di Rap» e ha stimato i possibili risarcimenti fino a 17 milioni di euro. L’assessore, che parla per conto del Comune (parte lesa) affida alla mera «valutazione tecnico-giuridica degli avvocati comunali l’opportunità costituirsi in giudizio», mentre Rap smentisce la ricostruzione, esibendo il documento con il quale la società, rappresentata dal vicepresidente Giuseppe Edoardo Scarlata perché il presidente Giuseppe Todaro è indagato, ha dato mandato all’avvocata Federica Folli.