L'inchiesta sulla Sanità
Schifani torna da Bruxelles e convoca la giunta: tutti gli scenari possibili
Nell'ordine del giorno della riunione nessun riferimento specifico ai fatti che emergono dalle indagini della Procura di Palermo. Ma già nelle prime ore, da Palazzo d'Orleans era filtrata l'intenzione di intervenire duramente.
Il punto più atteso dell’Ordine del giorno sarà l’ultimo. Quello che prevede le “comunicazioni del presidente”. Non un inedito, visto che quella voce si trova quasi in ogni documento di convocazione della giunta di governo. Ma stavolta, i contenuti potrebbero determinare il futuro prossimo della legislatura. Il rientro da Bruxelles di Renato Schifani era previsto poco prima dell’ora di pranzo. Fino a metà mattinata, agli assessori non era giunta la convocazione ufficiale della riunione. È arrivata infine dopo le 12, con un menu che prevede la discussione di un paio di delibere su debiti fuori di bilancio, una proposta dell’assessore democristiano alle Autonomie locali Andrea Messina relativa alla “matrice dei profili professionali e dizionario delle competenze”, e una delibera dell’assessore FdI alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, su nuovi investimenti in “materia rotabile”.
Questo, come detto, il programma ufficiale. Ma se il punto 5 dell’Odg, pur nella sua formale ricorrenza, suona come un presagio (“Con riserve di proporre l’adozione di ulteriori provvedimenti”) è l’ultimo punto, il sesto, ad aprire scenari imprevedibili.
Impossibile, infatti, ignorare quanto sta emergendo dalle inchieste di Palermo, soprattutto sul mondo della sanità, ma non solo. Il governatore ha fatto filtrare la sua irritazione, ma anche la determinazione “a portare a termine il mandato”. È difficile, però, pensare che si possa proseguire come se nulla fosse. Già nelle ore immediatamente successive alla pubblicazione delle notizie, da Palazzo d’Orleans era trapelata l’intenzione di intervenire, senza guardare in faccia nessuno, nei confronti di quei soggetti coinvolti che oggi si ritrovano a ricoprire incarichi all’interno della macchina regionale. Una delle posizioni formalmente più scomode è quella di Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale dell’assessorato alla Famiglia, guidato dall’assessora Dc Nuccia Albano. La dirigente, infatti, adesso figura tra gli indagati per rivelazione di segreti d’ufficio. Al centro, la propalazione di informazioni legate a bandi che l’ex governatore Totò Cuffaro avrebbe consigliato di far conoscere in anticipo “agli amici”. Tra gli indagati, poi, c’è il manager dell’Asp di Siracusa, Alessandro Maria Caltagirone, finito dentro l’inchiesta per gli appalti e gli affidamenti dell’azienda aretusea.
Da un lato, quindi, una dirigente generale, dall’altro un direttore generale della Sanità. Non si può escludere, e da Palazzo d’Orleans, in queste ore, non escludono nulla, che queste vicende possano aprire a dei terremoti burocratici proprio nei due “ruoli”: la macchina regionale (che, negli uffici di staff, ospita, nel frattempo, altri indagati) e nella sanità, appunto. C’è poi, tutto ciò a cui non viene attribuita rilevanza penale, ma che può produrre contraccolpi sul piano della fiducia. Nelle carte, ad esempio, è rimbalzato, tra gli altri, anche il nome di Salvo Cocina, guida della Protezione civile regionale, che non figura tra gli indagati, ma viene tirato in causa dallo stesso Cuffaro intercettato dagli inquirenti, in relazione a rapporti non cristallini con alcuni imprenditori.
Qualcosa accadrà, questa è l’impressione di alcuni assessori che si preparano a prendere parte alla giunta, fissata per le 15. Resta da capire se saranno presenti anche gli esponenti della Dc. E se “il caso”, dal piano della burocrazia si sposterà a quello della politica. Cioè a quello dei rapporti tra i partiti e i loro leader. Mai prima d’ora così tesi, mai così freddi, mai così vicini a spezzarsi.