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Il caso

«Più che un pugno di ferro è stato un buffetto»: le reazioni delle opposizioni alle sospensioni di Schifani

M5s, Controcorrente e Pd reagiscono con scetticismo alle decisioni prese nella giunta regionale straordinaria di oggi dopo lo scandalo Sanità-Cuffaro

Leandro Perrotta

07 Novembre 2025, 19:00

«Più che un pugno di ferro è stato un buffetto»: le reazioni delle opposizioni alle sospensioni di Schifani

Le decisioni assunte in giunta regionale oggi su revoche e sospensioni di manager, dirigenti e collaboratori «per salvaguardare prestigio, credibilità e trasparenza delle istituzioni siciliane» dopo l'inchiesta che ha coinvolto la Sanità siciliana e Totò Cuffaro, leader della Dc che appoggia il governo guidato da Renato Schifani, alle opposizioni sono sembrate poco più che una formalità.

«Se è questa la risposta di Schifani al cataclisma in corso, il Presidente poteva benissimo restare a Bruxelles», dicono il coordinatore siciliano del M5S e vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola e il capogruppo Antonio De Luca, alle decisioni della giunta regionale. «Il pugno di ferro che era lecito aspettarsi a seguito delle devastanti notizie che arrivano dalla Procura - aggiungono - è stato un semplice buffetto o poco più. Altro che giunta rivoltata come un calzino, come sussurrava qualcuno, per dare un segnale di netta presa di distanza da una situazione intollerabile. Schifani si è limitato a un’operazione di facciata che serve a poco o a nulla, se not a stoppare l'immagine di una presidenza inerte e silenziosa di fronte a uno scandalo che sta infliggendo l’ennesimo durissimo colpo all’immagine della Sicilia e alla credibilità della sua classe dirigente».

«Ancora una volta - continuano i due deputati - Schifani, secondo ormai uno stile consolidato, ha trovato il capro espiatorio su cui scaricare tutte le colpe per cercare di mettersi al riparo dalle legittime critiche dell’opinione pubblica, che martedì speriamo accorra in massa sotto le finestre di Palazzo d’Orléans per fare sentire forte il suo dissenso. Speriamo che nel frattempo, questa notte e quelle che seguiranno gli portino saggi consigli per fargli prendere l'unica decisione da adottare in queste circostanze: presentare le proprie dimissioni».

Parole simili anche da Ismaele La Vardera, deputato Ars e leader del Movimento Controcorrente: «Ridicolo come Schifani abbia creato un teatrino, addirittura dicendo che sarebbe tornato in anticipo per prendere decisioni importanti e poi fare solo quello che avrebbe dovuto fare il giorno stesso della notizia delle indagini. Un presidente che non ha coraggio e che è chiaramente tenuto sotto scacco da Cuffaro. Schifani deve staccare la spina alla Dc e togliere immediatamente ogni assessorato a Totò Cuffaro, questo farebbe un vero governatore e non queste barzellette. Il copione si ripete sempre da due anni, quando lui sbaglia scelte politiche a pagare sono sempre gli altri. Un ignavo politico di cui questa Regione non ha alcun bisogno», conclude.

Parole critiche, ma meno dure, dal Partito democratico: «La sospensione di tre dirigenti decisa dalla giunta regionale, alla luce di quello che sta emergendo dalle indagini in corso, è un atto necessario. Ma di certo nessun esponente di questo governo, ad iniziare dal presidente della Regione, può pensare che in questo modo potrà evitare di assumersi la responsabilità politica di quello che sta succedendo: trasparenza e coerenza non possono essere solo slogan». Lo dice Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars.
«È Schifani che guida la giunta, è lui che deve spiegare cosa stava accadendo, quali controlli erano stati attivati e quali decisioni sono state assunte con il suo benestare o con il suo complice silenzio. In Sicilia siamo stanchi di questo vecchio modo di fare politica», conclude.