Sanità e appalti
Inchiesta e “questione morale”, bagarre in Consiglio
L’opposizione lascia l’aula. La provocazione del consigliere Miceli: «Con chi bisogna parlare per le assunzioni?»
La sala Martorana di Palazzo Comitini
Le carte dell’inchiesta su appalti, incarichi e Sanità continuano a surriscaldare gli animi anche al Comune. Nel giorno dell’approvazione del consolidato, infatti, sotto traccia, ma nemmeno tanto, resta il nodo irrisolto della nota inviata dalle opposizioni al sindaco Roberto Lagalla per ascoltare la sua viva voce sulla “questione morale” apertasi anche in città in seguito, appunto, dell’indagine della Procura di Palermo.
Preoccupazioni alimentate dal riferimento, nelle carte della procura, a una figura dirigenziale «di vertice» della Sispi e a «un consigliere in quota Dc» cioè il partito di Salvatore Cuffaro, indagato.
A seduta appena “battezzata”, il doppio scontro tra il presidente Giulio Tantillo e Giulia Argiroffi di Oso, e tra la stessa consigliera e il capogruppo di FdI Giuseppe Milazzo, con successiva richiesta (non accolta) di sospensione da parte di Mariangela Di Gangi del Pd, che poi motiva in una nota assieme ai colleghi di gruppo Rosario Arcoleo, Teresa Piccione e Fabio Teresi l’abbandono dell’aula con il «mancato riscontro alle questioni poste già giovedì e dopo avere richiesto una sospensione, utile a ripristinare l’agibilità per la prosecuzione dei lavori d’aula, che la maggioranza e la presidenza hanno deciso di non accordarci. Ci pare indispensabile e opportuno che il sindaco non si sottragga al dialogo e dimostri di essere all’altezza della delicatezza di ciò che sta accadendo».
Anche Carmelo Miceli del gruppo misto insiste: «Prima di rimettere in moto il Consiglio - ha detto in aula - voglio sapere da chi si deve passare per portare avanti le assunzioni in questa città e a chi vengono sottoposti i bandi. Voglio risposte dal sindaco». Giovedì Miceli aveva deciso di non sottoscrivere l’accordo secondo cui Lagalla sarebbe dovuto andare in aula senza un contraddittorio. «Certi sistemi riscontrati in Consiglio - ha aggiunto - non sono lontani da quelli che abbiamo visto alla Regione. Sono un garantista e sono convinto che i processi non vadano spostati nelle aule consiliari ma in questo caso l’indagine è su un sistema politico, viene messa in dubbio l’autonomia delle scelte di dirigenti e di chi deve rappresentare le istituzioni. La necessità della presenza del sindaco era quella di avviare con lui una riflessione, provando a far comprendere che è il sindaco di tutti».
E pare che il sindaco non si sottrarrà: da Palazzo delle Aquile filtra la notizia che in serata stesse già preparando una missiva aperta ai consiglieri, nella quale - questi i concetti base - «associa la propria amarezza alle preoccupazioni delle opposizioni, esprime piena fiducia nella magistratura e, ricordando che le legittime sollecitazioni della minoranza traggono fonte da vicende giudiziarie del passato che hanno investito il Comune, anche con condanne» ribadisce che «al clientelismo va opposto un muro, da edificare ogni giorno».