La lettera
Inchiesta su appalti e sanità, Lagalla scrive ai consiglieri: "La questione morale riguarda tutti"
Il primo cittadino interviene sui fatti emersi dall'indagine della Procura di Palermo e che hanno riguardato esponenti della Dc.
Il sindaco Roberto Lagalla risponde alla nota inviata dai gruppi di opposizione. In una lettera all’intero consiglio comunale, affronta la spina della “questione morale” aperta anche al Comune dopo che era emerso che le carte dell’inchiesta sulla sanità e i presunti bandi pilotati che ha travolto la politica e le istituzioni regionali, contenevano riferimenti - anche a un “dirigente di vertice della Sispi” e a “un consigliere in quota DC”. Lagalla rivendica la propria azione a sostegno della legalità, esclude che i consiglieri della DC possano essere invitati a lasciare la maggioranza ma, tra le righe, auspica che “chiunque abbia un ruolo politico o gestionale, a inevitabile, in caso di personali coinvolgimenti, si senta chiamato a scelte che interrogano la propria coscienza di fronte a quella comunità che ci ha conferito fiducia”. Un invito velato a fare passi indietro se si pensa di non aver coltivato, sempre e comunque, principi di trasparenza.
C’è anche la stoccata alla precedente amministrazione: “Comprendo, inoltre - scrive il sindaco - il richiamo ad azioni sempre più incisive nella prevenzione della corruzione su scala comunale, anche alla luce delle vicende che, negli anni passati e sotto altre amministrazioni, hanno generato procedimenti giudiziari conclusisi con addebiti di responsabilità a rilevanza penale, nei confronti di alcuni ex dirigenti di questo Comune, segno di quella permeabilità che, indipendentemente dai tempi e dalle circostanze, non si può realisticamente immaginare di sterilizzare fino al raggiungimento del cosiddetto rischio zero”.
Lagalla rivendica le proprie azioni, dal contrasto all’abusivismo per fronteggiare l’emergenza abitativa e nelle infiltrazioni criminali nella gestione dei cimiteri, per poi annunciare la creazione di un sistema informatico supportato dalla AI, “Legalileo”, sul quale annotare, in rete con le forze dell’ordine, tutte le transazioni, gli affidamenti, gli appalti.
Le opposizioni restano critiche. Carmelo Miceli del gruppo misto ritiene “molto grave che il sindaco Lagalla, davanti a questa situazione, decida di non confrontarsi con l’Aula e di nascondersi dietro a una lettera”. Per Mariangela Di Gangi del Pd “il sindaco prova a buttare la palla in tribuna, sostenendo che la questione morale ci riguardi tutti allo stesso modo. Ma è la sua storia personale e politica, insieme a quella della sua compagine, ad essere intrecciate col cuffarismo anche ben al di là della presenza in maggioranza di esponenti della DC”. Giulia Argiroffi e Ugo Forello di Oso: “Il richiamo alla legalità, alla trasparenza e alla questione morale suona come una retorica vuota di fronte alla realtà che ogni giorno vivono i palermitani e che la stessa amministrazione produce: una gestione clientelare, opaca e spesso ai limiti della legalità”. Concetta Amella, Antonino Randazzo e Giuseppe Miceli del M5s dichiarano: “Il sindaco abbia il coraggio di venire in aula a rispondere davanti al consiglio comunale e alla città sulla questione morale e sulla gestione opaca di questi anni: dall’ippodromo ai contributi a pioggia elargiti dagli assessorati per panettoni, tornei di padel e processioni varie e festicciole di Natale, fino al ruolo delle partecipate, trasformate in bancomat”.