Il progetto
Dalle piante alle tende, la riapertura del Castello Utveggio si avvicina
Il restauro della struttura procede a tappe forzate. Un mese fa la promessa di Schifani: «Inaugurazione entro fine anno, al suo interno un centro congressi»
Castello Utveggio deve essere di nuovo inaugurato entro la fine dell’anno. Lo ha assicurato il presidente della Regione Schifani poco più di un mese fa in occasione di un’altra inaugurazione, quella del traghetto Costanza primo finanziato con fondi regionali, e da allora gli uffici regionali lavorano a ritmi forsennati per il restauro del palazzo in stile neogotico che domina la città da Monte Pellegrino.
Seguendo il flusso quasi quotidiano di ordinanze e determine è possibile vedere a che punto sono i lavori sul castello, e soprattutto quanto si avvicina la data della riapertura. A partire dal 9 ottobre, data dell’annuncio di Schifani, i documenti che riguardano i lavori nella struttura, tra autorizzazioni di pagamento, ordini di materiali, decreti e liquidazioni di fatture, sono 27, quasi tutti emessi dal Dipartimento del Cerimoniale e con l’intestazione che riguarda la «rifunzionalizzazione del sito presidenziale di Castello Utveggio».
Almeno a giudicare dalle descrizioni dei lavori contenute nei documenti, nel palazzo è in corso una ristrutturazione da cima a fondo, non cosmetica. Sempre limitandosi alle determine partite dal 9 ottobre, quel giorno furono liquidati pagamenti per 70 mila euro per la manutenzione straordinaria del piano rialzato, inclusi i bagni. Un altro intervento, quello per l’installazione di nuove linee elettriche per alimentare le cucine, si è concluso nei primi giorni di novembre, con la liquidazione di 113 mila euro. Altri interventi riguardano la tappezzeria, come quelli da 12 mila euro che riguardano la riparazione di cento sedute e l’acquisto di più di trecento metri lineari di tessuto per tende e cento metri di velluto Portofino, per un totale di 140 mila euro. Prevista inoltre la pulizia straordinaria della struttura, che verrà eseguita da una ditta di Messina per 92 mila euro. Per la costruzione di «opere in ferro», come infissi, sono stati spesi 91 mila euro, mentre l’acquisto di piante ornamentali ha richiesto 12 mila euro e per paletti in castagno e viti sono stati spesi 29 mila euro. Prevista poi l’installazione di sistemi di videosorveglianza, 161 mila euro, e di lettori per badge, quasi 3 mila euro.
Il tutto per fare diventare Castello Utveggio «un luogo in cui ospitare momenti di incontro tra culture diverse, dibattiti scientifici di vario genere ed eventi internazionali di eccellenza», secondo le parole che usò Schifani nei primi giorni di ottobre, quando sottolineò che i lavori andavano velocemente e che per accelerare le cose aveva dovuto fare «qualche blitz». La struttura infatti era chiusa, abbandonata ed esposta ai vandali dal 2016, quando cessarono le attività del Cerisdi, centro ricerche e studi direzionali. La scuola per manager occupava Castello Utveggio dal 1988 ed è stata guidata anche da padre Ennio Pintacuda, dall’ex ministro Dc Calogero Mannino e dall’ex sottosegretario Adelfio Elio Cardinale. Quello iniziato nel 2016 tra l’altro non è stato neanche il periodo più lungo di abbandono per il castello, che non è mai stato molto fortunato nonostante la posizione. Iniziato nel 1928 e concluso nel 1932, fu finanziato dal cavaliere Michele Utveggio, di Calatafimi, che al suo interno inaugurò un hotel di lusso. L’arrivo della Seconda guerra mondiale però fermò gli affari e all’interno del palazzo si provò a fare partire un casinò, prima che vi si installassero i militari italiani e in un secondo momento gli alleati, che ne sfruttarono la posizione strategica. Con la fine delle ostilità Castello Utveggio venne definitivamente abbandonato e venne vandalizzato per anni, prima che la Regione lo acquisisse e lo restaurasse nel 1984. Adesso, la nuova rinascita si avvicina.