La classifica
Migliora il turismo, male sicurezza e istruzione: la qualità di vita a Palermo
Tutti i dati emersi dall'indagine di ItaliaOggi e Università “La Sapienza”.
Un passo in avanti, ma troppo poco per sorridere. A Palermo e provincia la qualità della vita resta lontana dagli standard nazionali. E se il turismo fa segnare segnali positivi, una bocciatura arriva sui temi della sicurezza e dell’ambiente.
Nell’Indagine 2025 di ItaliaOggi e Ital Communications, realizzata con l’Università Sapienza di Roma, il capoluogo siciliano sale al 99esimo posto su 107 province, appena una posizione in più rispetto al 2024. Un progresso irrisorio, che non modifica la sostanza: vivere a Palermo continua a essere più difficile che in gran parte del Paese.
I dati mostrano un territorio nazionale che procede a velocità diverse. Se sul fronte sanitario Palermo sorprende con un eccellente 14° posto e nel turismo risale al 49esimo posto (sale di otto posizioni), in altre dimensioni i problemi restano profondi. L’ambiente è la vera zavorra: la città resta inchiodata al 106° posto, penultima in Italia, un indicatore che conferma criticità strutturali mai risolte.
La dimensione “Affari e lavoro” non offre segnali molto più incoraggianti: Palermo sale dal 102esimo al 100esimo, ma rimane stabilmente in coda, specchio di un’economia fragile e di un mercato occupazionale che non riesce a generare opportunità concrete.
Sul fronte della sicurezza, Palermo arretra: dal 60esimo al 73esimo posto, in una classifica che a livello nazionale resta stabile. Migliora invece la sicurezza sociale, che dal 97esimo sale al 91esimo posto, segno di qualche avanzamento nella capacità di intercettare bisogni e vulnerabilità.
L’istruzione, invece, conferma il suo ruolo critico: Palermo scende dal 100esimo al 102esimo posto, registrando difficoltà persistenti nella formazione e nelle competenze delle nuove generazioni.
Un dato positivo arriva dalla dimensione della popolazione, dove il capoluogo passa dal 63esimo al 54esimo posto. Un segnale di maggiore tenuta demografica rispetto ad altre realtà meridionali, pur in un quadro nazionale che vede il Sud sempre più in affanno.
Nel complesso, la Sicilia conferma ampie aree di disagio e un ritardo strutturale rispetto alle regioni del Centro-Nord. La 27esima edizione dell’indagine mostra, come sottolineano i ricercatori, un divario che si acuisce e una crescente vulnerabilità sociale nelle province meridionali. Palermo non fa eccezione: pur registrando piccoli miglioramenti, resta lontana dalle condizioni che caratterizzano le realtà più resilienti e competitive del Paese. Milano è la prima in classifica seguita da Bolzano e Bologna.
La sfida per il capoluogo siciliano è ora trasformare questi segnali timidi in politiche strutturali. La qualità della vita rimane un obiettivo possibile, ma solo se il percorso di crescita riuscirà finalmente a superare la logica dei passi piccoli e sporadici, per diventare una strategia di sviluppo stabile, coerente e misurabile.