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Finanziaria siciliana: la mega manovra tra sviluppo, lavoro e uno scontro politico senza precedenti
Sicilia approva la legge di stabilità 2026-2028: la reazione di maggioranza e opposizione
La seduta dell'Ars
L’Assemblea regionale siciliana ha approvato nella notte la legge di stabilità 2026-2028, una manovra dal valore complessivo compreso tra 1,3 e 1,5 miliardi di euro che chiude, per il terzo anno consecutivo, la sessione di bilancio senza ricorso all’esercizio provvisorio. Un risultato rivendicato con forza dal presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, che parla di un passaggio “storico” nella lunga vita parlamentare siciliana, ottenuto grazie al lavoro di maggioranza e opposizione e a uno sforzo collettivo che ha consentito di arrivare al voto finale dopo 45 giorni di lavori.
Decisiva, secondo Galvagno, la scelta di procedere allo stralcio di numerose norme per ridurre il numero degli articoli e facilitare l’approvazione. Una decisione definita “gelida ma oggettiva”, che ha però lasciato fuori misure considerate importanti e rinviate a futuri provvedimenti. Il presidente dell’Ars ha respinto le accuse di mancette e accordi opachi, elogiando invece il presidente della Regione Renato Schifani, l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino e il presidente della commissione Bilancio Dario Daidone per una manovra giudicata “di qualità”.
Dal punto di vista del governo regionale, la legge di stabilità punta con decisione su sviluppo economico, occupazione ed enti locali. Il presidente Schifani parla di una manovra che “conferma la solidità dell’azione di governo” e che garantisce certezze a cittadini, imprese e Comuni. Tra i capisaldi indicati dal governo figurano il sostegno agli investimenti, la creazione e la stabilizzazione del lavoro, le politiche sociali e la risposta alle emergenze ambientali e territoriali. “È una legge che guarda allo sviluppo e alla coesione sociale, senza rinunciare al rigore”, sottolinea il governatore.
Nel dettaglio, la manovra introduce la decontribuzione Sicilia, con contributi alle imprese che assumono, rafforzati per donne e over 50, e la Super Zes regionale, pensata per potenziare la Zona economica speciale unica con semplificazioni amministrative e risorse aggiuntive sul credito d’imposta. Previsti incentivi al lavoro da remoto con il progetto Sicily working, fondi per le ristrutturazioni edilizie e l’efficientamento energetico, misure per l’artigianato e l’agricoltura, interventi contro la povertà energetica e una serie di provvedimenti sul precariato: aumento delle giornate per i forestali, stabilizzazione dei trattoristi dell’Esa, prime risposte per Pip ed ex lavoratori Almaviva.
Soddisfazione viene espressa dalle forze di maggioranza. Per il capogruppo della Lega all’Ars, Salvo Geraci, la norma sul credito d’imposta da 200 milioni rappresenta uno dei cardini dell’intera manovra. “Abbiamo dato risposte concrete a tante categorie – afferma – dal lavoro forestale all’agricoltura, dai lavoratori Almaviva ai Pip di Palermo, fino al sostegno alla cultura e alla prevenzione delle tossicodipendenze”. Geraci rivendica anche le risorse aggiuntive destinate ai Comuni, definite fondamentali per la sostenibilità dei bilanci locali.
Il whatsapp di Galvagno: "In maggioranza c'è un clima d'odio, qualcuno ha incassato e qualcun altro è rimasto a bocca asciutta"
Nella notte delle trattative per la legge di stabilità, lo sfogo del presidente dell'Ars, che mette in luce le fratture della maggioranza.
Sul fronte degli enti locali, il giudizio resta complessivamente positivo. Il sindaco di Misterbianco e dirigente Anci Marco Corsaro sottolinea gli stanziamenti per Asacom ed extracosti dei rifiuti, oltre alle risorse per la riqualificazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, pur ribadendo la necessità di interventi strutturali come i termovalorizzatori.
Importante anche il capitolo ambientale e urbano: la Finanziaria finanzia 245 parchi urbani con oltre 12 milioni di euro. Una misura definita “innovativa” dall’assessore al Territorio e Ambiente Giusi Savarino, che parla di rigenerazione urbana, contrasto alle ondate di calore e miglioramento della qualità della vita nelle città siciliane.
Più articolato il giudizio delle parti sociali. La Cisl Sicilia, con il segretario generale Leonardo La Piana, valuta positivamente l’approvazione della manovra entro fine anno e le misure su sviluppo, lavoro e legalità. Apprezzate la Super Zes, il sostegno all’edilizia, le stabilizzazioni all’Esa, i primi incrementi orari per i Pip e l’avvio di soluzioni per la vertenza Almaviva. Il sindacato chiede però l’apertura, già dall’inizio del 2026, di un confronto su temi rimasti fuori dalla sessione di bilancio, come sanità e welfare.
Duro, invece, il giudizio dell’opposizione. Il Partito democratico ha votato contro la manovra, approvata intorno all’1.30 con 29 voti favorevoli e 23 contrari. Il capogruppo Michele Catanzaro parla di una maggioranza “confusa e lacerata”, rivendicando il ruolo responsabile dell’opposizione nell’aver impedito norme estranee alla Finanziaria e nell’aver contribuito all’inserimento di alcune misure su lavoro, sociale, crisi idrica, enti locali e sostegno alle famiglie. “Il governo – accusa – è rimasto sordo su molte altre proposte che avrebbero potuto rafforzare l’impianto della manovra”.
Ancor più aspri i toni di Sud Chiama Nord e del Movimento 5 Stelle, che parlano di un iter caotico, privo di visione strategica e segnato da comportamenti che avrebbero minato l’autorevolezza dell’Assemblea. Critiche arrivano anche da Italia Viva, che descrive una maggioranza spaccata e ingovernabile.
Le tensioni politiche emergono anche dai numeri della votazione: nella maggioranza non sono mancati voti assenti o non espressi, compresi quelli del MpA, che pure in una nota ufficiale rivendica un ruolo determinante nella definizione della manovra.
Una legge di stabilità approvata nei tempi, dunque, ma che lascia in eredità uno scontro politico durissimo. Mentre il governo regionale rivendica stabilità, crescita e metodo concertativo, le opposizioni denunciano una crisi di visione e di tenuta della maggioranza. Un confronto che, con ogni probabilità, continuerà nei prossimi mesi, quando si misurerà la distanza tra le norme approvate e i loro effetti reali sull’economia e sulla vita dei siciliani.

