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Dalle vesciche ai crampi di Shanghai: i sette ritiri che hanno fermato Sinner
A causa dei recenti ritiri difficile che Jannik riesca insidiare il posto di numero 1 del mondo ad Alcaraz entro la fine dell’anno

Sinner in preda ai crampi al Master 1000 di Shanghai
La resa di Sinner contro Griekspoor, provocata dai crampi, è anche il risultato della calura asfissiante che sta mettendo alla prova i giocatori al Masters 1000 di Shanghai. Jannik è stato costretto a deporre le armi per la settima volta in carriera: dalle vesciche agli stop in Cina, tutte le cause che hanno frenato il numero 2 del ranking e quanto pesano gli ultimi due forfait.
IN CINA IL SUO SETTIMO ABBANDONO. In totale sono sette i ritiri collezionati da Sinner da quando la sua parabola è decollata fino a toccare la vetta della classifica, poi sottratta dal rivale Alcaraz dopo la finale persa con lo spagnolo agli US Open. Jannik è stato tra le vittime dell’afa e dell’umidità di Shanghai: colpito dai crampi durante il match con l’olandese Tallon Griekspoor, valido per il terzo turno del Masters 1000 cinese, ha lasciato il campo sorretto dalla racchetta. Come sta Sinner dopo lo stop a Shanghai, l’impatto sulla programmazione e la rincorsa in classifica ad Alcaraz Dopo il ko fisico dovuto ai crampi è inevitabile adesso interrogarsi sulla tabella di marcia di Jannik Sinner e su quanto sia davvero percorribile l’inseguimento a Alcaraz.
DALLE VESCICHE AI CRAMPI. Contrattempi che fanno parte della quotidianità di ogni atleta, ma che lasciano conseguenze inevitabili. I primi intoppi di Sinner sono legati alle vesciche al piede, che lo costrinsero al ritiro in due circostanze: nel 2020 a Vienna contro Rublev dopo appena tre giochi e nel 2022 ai quarti di Miami contro l’argentino Cerundolo dopo cinque game. Sempre nel 2022 e ancora contro Rublev, un nuovo problema agli ottavi del Roland Garros: non più vesciche, ma un fastidio al ginocchio. Quell’anno si rivelò il più complicato, perché una distorsione alla caviglia lo mise ko a Sofia nel corso della sfida con Rune.
Proprio il danese, in questi giorni, ha puntato il dito contro il Masters 1000 di Shanghai per le “condizioni infernali” a cui sono sottoposti i tennisti. E proprio ieri anche Nole Djokovic (pur vincendo alla fine con Munar, ha rischiato un paio di volte il collasso). Ma veniamo al 2025, agli ultimi due pesanti abbandoni. Lo scorso agosto, nella finale sul cemento di Cincinnati contro Carlos Alcaraz, è stato un virus influenzale a piegarlo dopo cinque game. In Cina infine sono stati i crampi, ma va ricordato che, dopo il trionfo a Pechino, la sua condizione era stata minata da un virus intestinale.
IL PESO DEGLI ULTIMI FORFAIT. L’operazione rimonta si è terribilmente complicata dopo lo stop di Shanghai, dove si era presentato da campione in carica. Basterà attendere la prossima classifica, in uscita lunedì, per misurare il terreno perso dall’azzurro dalla vetta: -950 punti dopo Shanghai, mentre Alcaraz, che ha rinunciato al torneo dopo i quarti dell’ultima stagione, lascerà soltanto 200 punti. Dunque, Carlitos si riprenderà il primo posto con 11.340 punti, con Sinner a quota 10.000. Difficile, se non impossibile, sferrare il sorpasso prima della fine del 2025: Six Kings Slam di Riad a parte (non assegna punti), l’asso di San Candido rientrerà all’ATP 500 di Vienna, ma i veri bottini saranno in palio al Masters 1000 di Parigi e alle Finals di Torino.