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"Etna", il libro del fotografo Massimo Siragusa racconta il vulcano. "La sua identità è il cambiamento"

Il volume, che raccoglie immagini e interventi di autori e studiosi, si presenta oggi a Catania alla Camera di commercio

Ombretta Grasso

28 Novembre 2025, 11:49

11:51

"Etna", il libro del fotografo Massimo Siragusa racconta il vulcano. "La sua identità è il cambiamento"

Vulcano e montagna, certo, ma soprattutto “catasto magico”. Cuore di miti e leggende che racchiude in sé natura e storia, animali e uomini, neve e fuoco, paura e magia. Quella che non si può afferrare né spiegare, e che la rende un universo unico e straordinario. A questa grande madre fertile è dedicato il libro “Etna” di Massimo Siragusa, fotografo di fama internazionale, catanese, vincitore di quattro World Press Photo e di tre Sony Awards, pubblicato da Cavallotto edizioni, accompagnato da testi in italiano e in inglese. Un gioiello da sfogliare che racconta con stupore, con meraviglia, con amore, con sguardo contemporaneo il vulcano, simbolo e magnete già catturato dalle foto di Verga, De Roberto, Alinari, Maraini, Scianna. Il libro si presenta oggi alle ore 17, a Catania, nella Sala del Consiglio della Camera di commercio. Dopo i saluti del commissario straordinario Antonino Belcuore e del segretario generale Rosario Condorelli, interverranno il fotografo Massimo Siragusa e gli autori dei testi.

Il fotografo Massimo Siragusa


“Etna vulcano amato, tu non sei la peste ma il miele di Sicilia”, dice la scrittrice Giovanna Giordano nella poetica introduzione che accompagna le fotografie insieme con i contributi - impaginati su alcune stampe dell’Abate di Saint-Non, incisore del 700 - di studiosi dell'Università e dell'Ingv, geologi, biologi, vulcanologi: Stefano Branca, Salvo Caffo, Roberto De Pietro, Carmelo Ferlito, Salvo Foti, Gianpietro Giusso del Galdo, Renzo Ientile, Giuseppe Riggio e Giorgio Sabella. L’editing è firmato dallo stesso Siragusa con Giuseppe Rosalia.

Un progetto nato da una passione di famiglia, quella di Adalgisa Cavallotto con le figlie Anna, Cetti e Luisa, libraie storiche ed editrici. «Un volume che rende onore a un Patrimonio dell’umanità – raccontano - non da temere o da mitizzare, ma una presenza viva con cui dialogare, comprendere e costruire il futuro. “Etna” è un progetto culturale corale, costruito sull’incontro tra linguaggi e sensibilità differenti».

«Da molti anni desideravo pubblicare un libro sull’Etna – racconta Luisa Cavallotto – capace di rendere la complessità del vulcano. Crediamo molto nel genio visivo di Siragusa, e proprio mentre facevamo un trekking sull’Etna, a 2000 metri gli ho proposto di realizzare questo libro. Siragusa ha colto non solo la bellezza della montagna, ma anche la presenza umana, la natura, le betulle e i vigneti». Un volume che sarà lanciato anche sul mercato internazionale, sottolineano le Cavallotto. «Da tempo volevamo realizzare questo libro che potesse rendere in un certo modo la nostra Muntagna. Siamo libraie e sappiamo cosa vuole trovare il pubblico, cosa desidera il lettore, il siciliano, il turista – aggiunge Anna Cavallotto – e il pubblico ci chiedeva un volume sull’Etna, mancava un’opera come questa».


Scorrono immagini primordiali del drago di fuoco, della vetta che appare sopra le nuvole, di canyon, dicchi, grotte ed esplosioni, di una fila di uomini piccolissimi che salgono sulla schiena del gigante tra gas e nuvole, della romantica littorina che corre tra lava e pistacchi, di paesi intagliati nella pietra nera. Foto d’autore spettacolari e poetiche, grandiose visioni del vulcano che si innalza a distanza e dettagli intimi di vegetazione.


«Una sfida, perché dopo più di 30 anni lontano da Catania ne avevo un po’ perso i contorni. E’ stata l’opportunità di riavvicinarmi in maniera intensa a un territorio che ho ritrovato – racconta con entusiasmo il fotografo Massimo Siragusa - Questo lavoro mi ha cambiato la vita, ho scoperto che l’identità dell’Etna sta nella trasformazione, cambia continuamente non solo per il variare del clima e della stagione, ma cambia fisicamente a ogni eruzione. Per me è stata una sorpresa non avere mai una certezza, ma la percezione di un divenire. Una scoperta che ha fatto nascere un amore profondo per l’Etna».


Come sono state scelte le 120 fotografie? «Sono le immagini più spettacolari del vulcano ma anche quelle più rappresentative del suo carattere. Ho cercato luoghi che potessero destare curiosità, per catturare l’osservatore e suggerirgli una conoscenza più approfondita». Un viaggio lungo un anno, «un libro fatto camminando anche quattro ore di fila, con la sensazione dell’andare, dell’avvicinamento, della fatica fisica, che per me è dentro ognuna di queste foto».

Difficile scegliere l’immagine o il luogo che più è rimasto conficcato nell’anima. «Un viaggio quasi meditativo, verso se stessi e nella percezione dell’ambiente. Ma l’emozione più potente l’ho provata quando ho raggiunto per la prima volta i crateri sommitali, con una sequenza di bocche, di “bottoni”, veramente stupefacente. Intorno a questo cratere enorme, questa voragine, cammini su un tappeto morbido e giallo, cristalli di zolfo un po’ spugnosi. E hai impressioni contrastanti: ti senti in cima al mondo, quasi a toccare il cielo con un dito, ma anche di essere negli inferi, tra vapori, zolfo, vento, altezza. Percepisci davvero la forza della natura, la potenza del vulcano».