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Qualità della vita, la classifica del Sole24Ore: vince Trento, siciliane in coda
La "migliore" è Ragusa all'82° posto, Catania perde tredici posizioni
Trento guida la graduatoria della Qualità della vita, seguita da Bolzano e Udine. In coda le province siciliane: Ragusa è la “migliore” all’82° posto, Siracusa scende al 106°. Catania si colloca al 96° posto perdendo 13 posizioni, mentre Palermo guadagna tre gradini e sale al 97°. A certificarlo è la 36ª edizione della Qualità della Vita del Sole 24 Ore, lanciata nel 1990 per misurare i livelli di benessere nei territori italiani. I risultati sono pubblicati oggi sul quotidiano.
La top ten è dominata dal Nord: Bologna è quarta e Milano ottava, affiancate da province di dimensioni medio-piccole come Bergamo (quinta, vincitrice nel 2024), Treviso (sesta, con un balzo di 18 posizioni), Verona (settima), Padova (nona, di nuovo tra le prime dieci dopo trent’anni) e Parma (decima). Nel complesso risalgono le grandi aree metropolitane: solo Bari e Catania arretrano rispetto all’indagine precedente. Roma mette a segno un +13 posizioni e arriva 46ª; Genova sale di 11 gradini fino al 43° posto; Torino avanza alla 57ª (+1) e Firenze resta stabile al 36° posto.

La competitività sul fronte di affari e lavoro, insieme all’attrattività in termini di studi e offerta culturale, contribuisce a attenuare squilibri interni che rendono queste aree esposte alla polarizzazione. Il Mezzogiorno resta in coda: Cagliari, 39ª e in crescita di cinque posizioni, è la prima provincia meridionale per piazzamento; Reggio Calabria chiude la classifica per il secondo anno consecutivo. Seguono Bari 67ª (in calo di due), Messina 91ª, Catania 96ª (-13), Palermo 97ª e Napoli 104ª. Il divario Nord‑Sud, in 36 edizioni, non accenna a ridursi, nonostante i punti di forza del Sud in demografia, clima e costo della vita più accessibile, oltre ai fondi — inclusi quelli del PNRR — che hanno sostenuto imprese e PIL. Le ultime 22 posizioni sono occupate da province meridionali.
L’indagine misura il benessere con 90 indicatori suddivisi in sei aree: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero. Le classifiche parziali confermano sei leader: Milano primeggia in Ricchezza e consumi e mantiene il primato in Affari e lavoro; Brescia si conferma in Ambiente e servizi; Bologna guida Demografia, salute e società; Oristano è prima per Giustizia e sicurezza; Trieste resta al vertice per Cultura e tempo libero.
Menzione speciale a Siena, che vince la quinta edizione della Qualità della vita delle donne: un indice sintetico basato su 14 parametri — tra cui tasso di occupazione, imprese femminili, presenza di amministratrici nelle imprese e negli enti locali, quota di laureate, gap retributivo e occupazionale, competenze numeriche e alfabetiche — che confluisce nella graduatoria generale all’interno della categoria Demografia, salute e società.