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la vardera audito in commissione

Lidi balneari, scoppia il caso dei certificati antimafia

09 Ottobre 2025, 18:00

Lidi balneari, scoppia il caso dei certificati antimafia

Palermo. I controlli sulle presunte presenze mafiose negli stabilimenti balneari si allargano, passando da Mondello a tutte le società concessionarie siciliane. Ieri l’Antimafia dell'Ars ha ascoltato Ismaele La Vardera, che ha parlato dei parenti di boss mafiosi assunti nella società Italo Belga, gestore dei lidi palermitani. Dopo l'audizione il presidente della commissione Antonello Cracolici ha annunciato l'apertura di un'indagine sulle procedure di assegnazione delle concessioni balneari.

La Vardera esce dall'audizione con la Commissione antimafia sollevato, rispetto alla pesantezza che denunciava nei giorni scorsi. «Finora sembrava che la battaglia fosse solo la mia» dice, invece la Commissione «ha compreso la gravità della situazione». Il deputato di Controcorrente ha raccontato ai commissari tutto quello che sa sui parenti di Salvo Genovese impiegati alla società Italo Belga, incluso l'autista del boss che ha aggredito verbalmente La Vardera nella sua incursione allo stabilimento balneare di Mondello.

La commissione ha deciso di convocare Calogero Beringheli, dirigente generale del dipartimento dell'Ambiente regionale, su come funzionino le procedure di assegnazione delle concessioni balneari. Beringheli subito dopo la denuncia dei lavoratori mafiosi nella Italo-Belga firmò una circolare in cui chiedeva alle aziende concessionarie di stabilimenti balneari di mettersi in regola con le certificazioni da inviare alla Prefettura, e di informarne l'assessorato al Territorio. Proprio su questo tema lo stesso assessorato ha diffuso ieri una nota in cui sottolinea che «la Regione Siciliana, prima di rilasciare qualsiasi concessione demaniale marittima, richiede la certificazione antimafia alle Prefetture territorialmente competenti. L'amministrazione, che non ha competenza in merito, si attiene alle valutazioni delle Prefetture». L'assessorato ricorda poi che lo scorso 23 settembre ha avviato delle verifiche sulla presenza nelle società concessionarie di persone senza certificazione antimafia.

A La Vardera risponde più direttamente l'assessore all'Ambiente del comune di Palermo, Pietro Alongi, in una nota in cui scrive: «Le accuse lanciate contro il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e il presidente della Regione Renato Schifani sono del tutto strumentali e fuori luogo. Lagalla e Schifani vengono attaccati ingiustamente per un presunto silenzio che nulla ha a che vedere con la realtà. Nessuno dei due ha responsabilità diretta sulle concessioni oggetto della polemica, molte delle quali risalgono a epoche passate».