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Napoli in vetta, tre inseguitrici a un punto: Milan festeggia con Maignan, Inter al fotofinish e Spalletti rilancia la Juventus

L'incrocio Allegri‑Gasperini richiama Galeone e Lucianone mette già la sua impronta sulla Signora; Fiorentina, Pisa e Verona ancora a secco

Alfredo Pedullà

02 Novembre 2025, 23:09

Napoli in vetta, tre inseguitrici a un punto: Milan festeggia con Maignan, Inter al fotofinish e Spalletti rilancia la Juventus

Rafa Leao

La classifica che piace a tutti: una squadra al comando (il Napoli) e tre che inseguono (Inter, Milan e Roma) a un solo punto. Emozionante l’incrocio tra Allegri e Gasperini nel ricordo del loro grande maestro Galeone. La Roma gioca mezz’ora di grande livello, spreca almeno due occasioni vere, le classiche sfide di sofferenza che piacciono a Max in attesa dell’episodio giusto. Una volata di Leao, Pavlovic che sblocca, il Milan legittima in avvio di ripresa e va almeno un paio di volte vicino al 2-0, la Roma trova quel gattone di Maignan che ipnotizza Dybala dal dischetto e regala la festa ai rossoneri.
L’Inter a Verona prende tre punti, ma senza rubare l’occhio. Un autogol di Frese in pieno recupero dopo un secondo tempo banale e con pochissimi lampi. La perla di Giovane lascia una scia che annebbia le idee e non consente di sviluppare la solita manovra avvolgente e imprevedibile. Chivu conta di non interrompere una nuova striscia di vittorie macchiata dallo stop di Napoli e resta un autorevole candidato per lo scudetto, nella speranza che dal prossimo giro di carte la qualità del gioco venga ripristinata.

Luciano Spalletti il trasformista merita tutta l’attenzione di questo mondo. Ha preso la Juve ufficialmente giovedì scorso, materialmente venerdì con il primo e unico allenamento, non si poteva certo pensare di ammirare subito a Cremona gli effetti del suo lavoro. Ma ci sono gli antipasti succulenti in attesa di un pranzo completo: Lucio è già entrato nella testa dei giocatori, fraseggio e verticalità, difesa alta e predisposizione a dare il primo schiaffo piuttosto che rischiare di prenderlo. Il primo tempo è stato anche sorprendente, reduce com’era dalla miseria di 24 ore che aveva avuto per metterli in campo e proporre qualcosa di diverso.
Ma i primi effetti della svolta sono stati confortanti, a maggior ragione se consideriamo qualche singolo: Koopmeiners schierato da braccetto nella difesa a tre è stato spiegato con il desiderio di indirizzare il gioco con piedi puliti fin dai primi 30 metri; Cambiaso a destra e non più a sinistra alla Di Lorenzo sottintendeva la necessità di consentirgli scorribande dentro il campo piuttosto che una presenza fissa sulla fascia; riproporre Kostic ha sintetizzato il concetto di pescare a piene mani nell’organico senza fare figli e figliastri. Mettiamo con un po’ di superficialità che sia stato un caso, tuttavia nessuno può dubitare che Spalletti sia tornato nella dimensione  preferita - la quotidianità - per svolgere al meglio il suo ruolo.

Il compito di selezionatore non appartiene al suo dna, una partita ogni mese bene che vada e ci vediamo a ridosso dell’evento. Lui ha bisogno di annusare i suoi calciatori h24 per tirare fuori il meglio del repertorio. La Juventus non potrà che migliorare all’interno di un calendario non difficilissimo, fino alla partitissima di Napoli del 7 dicembre, con la necessità di non bucare l’impegno Champions di domani sera, a Torino arriverà lo Sporting CP e sarà uno spartiacque dopo due punti in tre partite e l’imprescindibile obiettivo di vincere per non compromettere il cammino che ha nei playoff il minimo sindacale. Ma c’è chi sta peggio: assurdo pensare che Fiorentina, Pisa e Verona non abbiano ancora vinto una partita in 10 giornate, roba da record. E Pioli ha ormai battuto tutti i record negativi, siamo ai titoli di coda.