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la protesta

Il corteo in Piazza della Scala contro la vendita di San Siro a Milan e Inter

Proteste contro la cessione dello stadio: comitati parlano di «svendita» a fondi esteri con rischi ambientali e urbanistici, mentre attivisti pro‑Palestina si uniscono al presidio prima del voto comunale

Fabio Russello

29 Settembre 2025, 19:21

29 Settembre 2025, 19:21

Alcune decine di rappresentanti dei comitati contrari alla vendita di San Siro a Milan e Inter stanno manifestando in piazza della Scala, alla vigilia dell’avvio della seduta del Consiglio comunale chiamato a votare la delibera sulla cessione dell’impianto.

Il voto di oggi “dovrebbe essere il capitolo finale di una tragedia che dura da anni. Una vicenda assurda per questa città, che è stata calpestata in tutti i modi”, afferma Piero del comitato Colibrì. “San Siro viene svenduto a un prezzo inferiore a qualunque dei top player di Milan e Inter. Il Consiglio comunale è stato completamente scavalcato, decide sempre e solo l’uomo al comando. Come comitati abbiamo sempre detto come la pensiamo, ma non credevamo di arrivare a questo punto. Comunque non è finita, ci sono ancora molte carte da giocare”, aggiunge.

“Questa delibera è una sciagura per questa città, perché significa la svendita dello stadio a fondi esteri di cui non si conoscono i terminali”, sostiene Erika Rodari, della Rete dei comitati milanesi, sottolineando che la vendita “comporta anche l’abbattimento dello stadio con un enorme danno ambientale, economico e urbanistico per la città. Questa delibera è contraddittoria e serve solo per fare un favore alle squadre. Non ci sono motivi reali per farlo se non la speculazione che faranno le squadre intorno al nuovo stadio. Ci meravigliamo che alcuni consiglieri si assumano la responsabilità di approvare uno sfregio così grande per la città”.

In piazza della Scala prosegue intanto il presidio permanente per Gaza e gli attivisti pro Palestina si affiancano ai cittadini che contestano la vendita dell’area dello stadio. “Teniamoci San Siro. Rompiamo il gemellaggio con Tel Aviv! Dimissioni”, recita un manifesto di Potere al Popolo.